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INVIATO CITTADINO Crisi delle edicole, c’è chi pensa a Piazza Italia

Location perfetta per più di una ragione. L’architetto urbanista Mauro Monella aveva elaborato da anni un progetto di sicuro interesse

Crisi delle edicole e nuove, possibili, attrattive location nell’acropoli. C’è chi pensa a Piazza Italia. L’architetto urbanista Mauro Monella aveva elaborato da anni un progetto di sicuro interesse. Tanto più valido se si considera la progressiva e inarrestabile falcidia dei punti vendita di giornali e riviste.

Le due storiche edicole all’imbocco di via Mazzini, sul lato corso Vannucci, sono ormai state riconvertite, da piccolo commercio di gadget a punto di promozione pubblicitaria. Non senza polemiche e sfottò. Spesso di cattivo gusto, come quando circolarono rendering che le camuffavano da cappelle cimiteriali.

Ora, che fine possano fare e a quale preciso ulteriore utilizzo possano essere destinati quei due box targati Damiano Parati, è da vedere. Ma è anche certo che non si può accettare supinamente questa moria di punti di riferimento di cultura e socialità che sono le edicole. Punti di “spaccio di cultura” in cui si vende di tutto: non solo giornali, ma libri, cassette audio e video, gadget per bambini e adulti, ricordini per ospiti forestieri. Perché non pensare anche a gel e mascherine?

Monella, in un suo storico progetto, ne aveva ipotizzate due. La prima, al centro di via Mazzini, la seconda in piazza Italia.

Su via Mazzini il discorso non è da riprendere, in quanto i dehors e i servizi di bar e ristorazione all’aperto hanno ormai preso piede.

Il progetto che invece mantiene appeal e piena applicabilità riguarda piazza Italia. Monella ha immaginato un’edicola con un certo stile che si adatterebbe perfettamente al contesto naturalistico e antropologico di quello spazio. Gli avventori potrebbero essere i numerosi cittadini, non solo perugini, che occupano quelle panchine. O anche i visitatori del mercatino mensile dell’ultimo week end del mese.

Il trinomio panchina-giardino-giornale è peraltro un tòpos ricorrente, e letterarizzato, della storia del costume e dell’antropologia non solo perugina. In pagina un disegno che dà conto del progetto.

Altra riflessione è quella legata alla sburocratizzazione della piazza sulla quale si affacciano i luoghi simbolo del potere politico: a far capo dal Palazzo del governo e prefettura, fino al Donini e al Cesaroni. Superamento, dunque, della facies burocratica. Poi, in prospettiva, eliminazione delle macchine in sosta. Insomma: diamo aria alla cultura.

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