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Scuola, ipotesi ingressi (ed uscite) scaglionate non è una soluzione. La proposta dei CiviciX

Il 7 gennaio anche le superiori tornano in presenza (al 50%): Se davvero la si ritiene centrale si organizzino tempi ed orari delle città mettendola al centro

Sulla scuola basta scherzare, raccomandare, ammonire, invitare, predisporre piani operativi teorici e molto astratti.

Le 3 T della scuola sono note dal 9 marzo scorso, Trasporti, Tracciamento e Test. Le si affronti una volta per tutte.

Sulla questione tracciamento, test e vaccini, è già intervenuto nei giorni scorsi il Presidente Andrea Fora con una proposta specifica legata anche all'utilizzo delle farmacie per garantire una efficace e tempestiva azione di tracciamento nelle scuole e aspettiamo dalla Regione risposte a breve.

La questione trasporti è invece  strettamente connessa ad una serie di particolarità che variano da regione a regione e da città a città:

- numero dei mezzi disponibili e su questo la Regione ha fatto già un "+100 autobus";

- la particolarità orografica dei territori umbri che non sono fra loro omogenei;

-  le specificità di orario settimanale delle scuole superiori in cui il numero di ore  complessivo varia di indirizzo scolastico in indirizzo scolastico. I tecnici e professionali e licei artistici hanno curriculare a 32-33-34-36 ore. Con una rigidità in uscita  tipo" tutti alle 15" e inserendo anche il sabato ( i ragazzi del turno delle 10 tornerebbero a casa alle 16 / 16,30 anche il sabato) si arriverebbe comunque a sole 30 ore settimanali con grave perdita didattica per gli studenti.

La ripresa in presenza per le superiori al 50% è perciò  un buon punto di partenza tenendo conto che la curva dei contagi nelle prossime settimane tenderà ad aumentare - come confermato nei giorni scorsi anche dal Prof, Ricciardi,  Consigliere del Ministro Roberto Speranza - così tanto che lui  addirittura sconsiglia totalmente la riapertura delle scuole dal 7 gennaio.

In conclusione in Umbria per andare oltre al 50% senza ipotizzare rientri a casa dei ragazzi a metà pomeriggio, e senza fare un taglio di ore curriculari alla gran parte degli istituti tecnici si dovrebbe pensare ad una opzione radicale: fino alle 9 del mattino la mobilità pubblica sia riservata esclusivamente agli studenti. Uffici pubblici, attività commerciali e servizi alla persona aprano dopo le 9.30 così la SCUOLA potrà funzionare secondo il normale orario scolastico garantendo tutti i diritti degli studenti alla formazione di qualità.

L a ripresa della scuola è ritenuta davvero da tutti centrale? Allora si imposti tutto il sistema di tempi ed orari delle città in funzione delle esigenze della scuola. E' una provocazione? A Milano è stato fatto.

I doppi turni o ingressi e uscite ritardate, in Umbria, sarebbero un calvario non rispondente al territorio umbro, alle esigenze di formazione scolastica e al palinsesto di orari degli istituti.

Auspichiamo che nei prossimi giorni, a partire dall'Umbria,  la Conferenza Stato Regioni nel suo complesso faccia valere le ragioni della SCUOLA rispetto a "modelli standard" calati dall'alto e che i prefetti - giustamente in linea con il mandato ricevuto - sono chiamati a recepire e proporre in "documenti operativi" di cui probabilmente anche loro conoscono i limiti rispetto alle esigenze della scuola stessa.

Occorre che le istituzioni dal governo alle regioni, dai Prefetti ai direttori ascoltino - senza presunzione - i dirigenti scolastici le figure professionali che istituzionalmente conoscono al meglio le esigenze delle scuole e le difficoltà di studenti ed insegnanti. Occorre evitare soluzioni pasticciate che lederebbero in realtà diritti di studenti e insegnanti ad una scuola di qualità

Sulla scuola per la sua fondamentale importanza per il futuro dell'Italia e dei nostri ragazzi, chiediamo invece che siano la Politica e le Istituzioni - e non ottimi funzionari dello Stato - ad assumersi ciascuno le proprie responsabilità.

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