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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Errore nel calcolo del bonus baby sitter per medici convenzionati, l'Inps "blocca" la restituzione

La direzione dell'Umbria: "A tutti i sanitari impegnati nel contrasto al Covid va la nostra vicinanza e solidarietà e l’assicurazione che ci impegneremo affinché eventuali discriminazioni vengano corrette"

Impegnati in ospedale a lottare contro il Covid-19, mentre i figli frequentavano il centro estivo o stavano con l ababy sitter. Poi la richiesta di restituzione del bonus delle Stato. I medici dipendenti pubblici avevano diritto a 2mila euro, quelli convenzionati, ma non dipendenti, solo 1.200 euro, ricevendo, però, la stessa somma degli altri. Dallo Stato sarebbe arrivata al richiesta di restituire 800 euro.

Adesso arrivano le precisazioni dell'Inps regionale dell'Umbria: "In attesa di chiarimenti da parte del Ministero del lavoro, tutti gli indebiti relativi ai bonus baby sitting e centri estivi non dovranno essere restituiti".

La vicenda nasce di fronte alle richieste di restituzione di somme che alcuni medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale avrebbero ricevuto indebitamente. La normativa, prevede una differenza nell’importo del bonus percepibile: massimo 2.000 euro per i sanitari dipendenti pubblici e 1.200 per i sanitari privati. I sanitari che pur lavorando nel pubblico con un contratto di collaborazione - di natura privatistica - avevano chiesto ed ottenuto più di 1.200 euro e avrebbero dovuto restituire l’importo eccedente. Si tratta tuttavia di un’evidente discriminazione, che necessita di essere posta all’attenzione del legislatore e del Ministero competente.

"In questo momento emergenziale l’Inps è in prima linea accanto a medici ed infermieri nel contrastare la crisi sanitaria ed economica. Questo è dimostrato non solo dall’enorme mole di prestazioni covid erogate dall’Istituto nell’ultimo anno, ma anche dall’aver messo a disposizione della campagna vaccinale le proprie strutture e i propri medici sul territorio - si legge in una nota dell'Inps - A tutti i sanitari impegnati nel contrasto al covid va la nostra vicinanza e solidarietà, insieme all’assicurazione che ci impegneremo affinché eventuali discriminazioni dovute a 'sviste' del legislatore o del Ministero competente vengano evidenziate e corrette".

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