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Corsi e ricorsi… al Corso. Dehors e ammende. Tu mi multi e io non pago. Vicende contravvenzionistiche perugine

C’è chi dichiara di essersi visto multare per qualche decina di centimetri di sforamento

Dehors e multe. Tu mi multi e io non pago. Ricorro all’avvocato. Vicende contravvenzionistiche perugine. Corsi e ricorsi… al Corso: non quelli di Vico, ma quelli dei commercianti perugini, specie ristoratori. I quali ricorrono, perché si sono visti infliggere delle sanzioni a fronte di asserite – e certamente dimostrate – invasioni extra limites. Quale il reato? Quello di essersi allargati oltre lo spazio concesso a sedie e tavolini nelle vie dell’acropoli. Corso Vannucci e non solo.

C’è chi dichiara di essersi visto multare per qualche decina di centimetri di sforamento. Chi se l’è solo sentito minacciare… e ha corrisposto immediatamente alla riduzione. Ma le interpretazioni sono discordanti. Ad esempio, le piante decorative sono da considerare incluse nello spazio o vanno valutate a parte? Insomma: “Le piante le metto per abbellire, mica ci faccio sedere il cliente!”, dice seccato qualcuno. I divisori (è accaduto in via Mazzini) sono spesso pesanti e per spostarli occorre l’aiuto di manovalanza. La Municipale può aspettare e darmi il tempo di provvedere? O, se non provvedo con immediatezza, devo mettere mano al portafogli?

C’è chi ha pagato per non avere rogne. “In fondo – dice – sono solo 150 euro”. Ma c’è anche chi si è impuntato e ha fatto ricorso al patrocinio di un legale. Consapevole del fatto che spenderà di più, ma un puntiglio val bene la spesa. Perché il procedimento sanzionatorio viene visto come una prepotenza. C’è, infatti, chi non vuole subire e mostra norme che consentirebbero un allargamento fino al 70 per cento dell’area prima concessa. Parlerà la legge. E poi, che vantaggio ha il Comune a buttare sabbia negli ingranaggi, già abbastanza intruppati, di un commercio che langue?

Come se non bastasse la crisi – osservano – è triste vedere i vigili misurare con la fettuccia. Dopo tanti mesi che non lavoriamo, dover subire anche le multe! Sta di fatto – aggiungono – che, date le circostanze, un po’ di elasticità sarebbe auspicabile. Ma c’è chi non intende ragione. Insomma, a fronte di chi dice “E io paco!”, c’è anche chi s’impunta e risponde “Faccio ricorso e vado dal giudice di pace. Vedremo se accetterà le nostre ragioni”. In pratica: si va dal giudice di pace per… fare la guerra.

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