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Coronavirus, così l'Umbria fronteggia l'emergenza: "Nessun caso, protocolli e stanze speciali negli ospedali di Perugia e Terni"

L'assessore regionale alla Salute: "In Umbria come in Italia, non c’è circolazione del coronavirus"

Sedici stanze speciali all'ospedale di Perugia, sei a Terni (ancora vuote). Controlli all'aeroporto, un numero verde e un sistema di monitoraggio capillare. E 2900 cinesi censiti. La Regione Umbria ha attivato una task force per fronteggiare l'emergenza coronavirus, anche se, spiega l'assessore regionale Coletto, "in Umbria come in Italia, non c’è circolazione del coronavirus". In campo gli ospedali di Perugia e Terni, le aziende sanitarie regionali, i servizi di prevenzione, i responsabili del 118 e del Pronto soccorso, della continuità assistenziale, i responsabili delle clinica di Malattie infettive, dei laboratori di microbiologia e di virologia, i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. 

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Il conto è ancora fermo a zero, ma la task force dell'Umbria è comunque in stato di allerta: “Si tratta di una rete di monitoraggio – ha precisato l’assessore Coletto – in grado di intercettare sul territorio i pazienti che si presentano dai medici manifestando sintomi da infezione e, nell’eventualità fossero effettivamente riscontrati, inviarli al Pronto soccorso per ulteriori verifiche". 

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E in questi giorni un piccolo allarme è scattato. Già dalla telefonata al 118. Il paziente rispettava sia i criteri epidemiologici che temporali. Cioè l'essere stato in Cina o essere venuto in contatto con chi è stato in Cina nel periodo dei 14 giorni dell'incubazione del virus. Così è scattato il protocollo, ma fortunatamente si è trattato solamente di un'esercitazione per testare il sistema di risposta dell'Umbria: "E’ successo in questi giorni – ha precisato -  e, comunque, non è stato necessario neanche fare gli accertamenti allo Spallanzani perché si trattava di semplice influenza. Il coordinamento con la prefettura, con l’università, la protezione civile e l’ambito della sanità – ha aggiunto l’assessore - ha quindi funzionato bene, c’è stato un buon coordinamento e tutti gli operatori hanno risposto nella maniera corretta. Gli umbri possono stare tranquilli”. 

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Il direttore regionale della Sanità, Claudio Dario, ha spiegato che in Umbria sono censiti circa 2900 cinesi, compresi gli studenti dell'Università per Stranieri di Perugia. "E’ stata riservata grande attenzione alle scuole – ha  aggiunto – dove si conta una considerevole presenza di bambini cinesi e, tramite i dirigenti, abbiamo potuto constatare un atteggiamento di grande civiltà e una grande disponibilità delle famiglie e di tutta la popolazione cinese che spontaneamente anche nei casi che poi sono stati inquadrati come semplice influenza, hanno spontaneamente deciso per l’autoisolamento".

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