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Coronavirus e fase 2 in Umbria: "L'Università fa del suo meglio per aiutare il territorio"

Il professor Vocca: “La ricerca non si ferma, è il momento di ripagare la società”

“Stiamo facendo del nostro meglio per l'Umbria. Stiamo facendo uno sforzo enorme. Stiamo mettendo in piedi una serie di azioni e laboratori trasversali per dare risposte al territorio, alla Regione e alle aziende”.

L'Università degli Studi di Perugia scende in campo per sostenere l'Umbria durante e dopo l'emergenza coronavirus. La 'fase due' dell'Ateneo annunciata dal Rettore Maurizio Oliviero, partita subito dopo Pasqua, estesa alla regione per la ripartenza del Cuore verde d'Italia. “Project manager per aiutare le aziende a reperire fondi”, aveva annunciato il Rettore. Ma non solo. “Ci proponiamo come una colonna importante della regione dove ci troviamo – sottolinea Helios Vocca, professore associato di fisica sperimentale e delegato del Rettore alla ricerca -. Ci stiamo organizzando per dare risposte al territorio, aiutarlo ad affrontare sia l'emergenza coronavirus che il ritorno alla normalità: dai problemi burocratici agli aspetti psicologici, da quelli amministrativi a quelli legali, oltre naturalmente al supporto medico/farmaceutico”. Una task-force di ricercatori, capace di coprire più campi per aiutare l'Umbria a ripartire e ad affrontare il futuro che verrà. 

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“Siamo l'unica Università generalista della regione. Questa è una grossa responsabilità, ma è anche un valore aggiunto. Noi ci sentiamo in un certo senso dei privilegiati – sottolinea il professor Vocca - , perché facciamo il lavoro che ci piace grazie al sostegno della società, sostenuti tramite le tasse e gli investimenti degli Stati nella ricerca. Questo è il momento di ricompattarci e di restituire alla società il maggior numero di ricadute positive possibili, il nostro aiuto e le nostre competenze. E' il momento in cui chi, come noi, ha il know-how, le competenze e gli strumenti, può ancor di più ripagare la società delle fatiche e degli sforzi fatti”. 

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E ancora: “Approfittiamo di questo momento perché se in un periodo di crisi si semina bene poi si raccolgono i migliori frutti a lungo termine. Stiamo mettendo in piedi strutture trasversali di ricerca all'interno dell'Università in modo che abbiano intersezioni e ricadute importanti con le aziende e con la Regione Umbria”.

L'arrivo del coronavirus, però, non è stato indolore: “La ricerca va avanti e non può fermarsi. In periodi come questi, poi, è importantissima – rimarca Vocca - . E' fondamentale andare avanti in settori come quello medico, più strettamente legato al virus, ma anche in altri settori. E' stato un campanello d'allarme, forse qualcosa nella nostra società va rivisto”. A Perugia “abbiamo mandato avanti i lavori nei laboratori interni, con tutte le misure di sicurezza previste dalle norme. Gli spazi, comunque, sono rimasti aperti. L'Università di Perugia è stata tra gli Atenei italiani che hanno reagito nel modo migliore e più rapido”.

A livello internazionale, però, la situazione è più complessa. Il nuovo coronavirus ha picchiato più forte. “I problemi per alcuni settori si sono verificati sul fronte dei viaggi – spiega ancora il delegato del Rettore - . E sui laboratori che lavorano in rete con altri laboratori e Università straniere l'impatto è stato maggiore”. E Vocca, oltre a insegnare fisica sperimentale all'Università degli Studi di Perugia, è anche nel management dei rilevatori di onde gravitazionali, quello europeo, Virgo e quello giapponese, Kagra. “La situazione è un po' pesante. Abbiamo dovuto reagire velocemente per rispondere alle situazioni distribuite un po' a macchia di leopardo, perché ogni Paese prevedeva le proprie limitazioni ed affrontava l’emergenza in modi e tempi diversi. Il primo problema è stato quello dei viaggi, poi è arrivato quello di far lavorare le persone nelle grandi infrastrutture. L'esperimento giapponese ad esempio è stato quello che è riuscito ad andare avanti più a lungo, mentre gli altri nel resto del mondo erano chiusi. Ora, è notizia di pochissimi giorni fa, abbiamo dovuto decidere di chiudere anche quello, per il momento. Speriamo di ripartire a breve”.

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