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Martedì, 16 Aprile 2024
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"Dad dannosa, dirigenti scolastici come sceriffi": il Comitato a Scuola Umbria scrive ai prefetti

Nella lettera, inviata anche al commissario regionale all'emergenza coronavirus D'Angelo, si chiede "l'applicazione corretta della normativa nazionale" per "assicurare la presenza scolastica"

"Se lo scorso anno a chiudere erano Regione ed Enti Locali, quest'anno gli sceriffi che impediscono un
normale accesso ai luoghi deputati all'istruzione sembrano essere i dirigenti scolastici". A parlare è il Comitato a Scuola Umbria, che annuncia di aver inviato nella mattina di oggi (venerdì 28 gennaio) una lettera al Commissario per l'emergenza D'Angelo, all'Ufficio Regionale Scolastico e ai Prefetti delle Provincia di Perugia e Terni per "chiedere che sia richiamata l'applicazione corretta della normativa nazionale".

Il governo Draghi ha deciso di tenere aperte le scuole ma negli istituti della Penisola è il caos: "Sono tante le segnalazioni che ci provengono da tutto il territorio regionale da parte delle famiglie ormai esasperate - si legge in un comunicato del Comitato - .Classi in quarantena per bambini mai stati presenti o per alunni sommati in maniera randomica, quarantene disposte dai dirigenti scolastici senza neanche avere esiti dei tamponi, bambini lasciati fuori dalle scuole anche 30 minuti in attesa di controllare i moduli di rientro da quarantena. Insomma un calvario sulle spalle dei nostri figli e delle nostre figlie che sembra non finire".

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Il Comitato a Scuola Umbria ricorda che la priorità del Governo è quella di assicurare la presenza scolastica per evitare la didattica a distanza che si è dimostrata, non solo inefficace dal punto di vista didattico, ma anche dannosa per quanto riguarda la salute psico-fisica degli studenti. La scelta di limitare la didattica a distanza è stata fortemente voluta in quanto i dati sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti sono allarmanti: i reparti ospedalieri non sono pieni di studenti ammalati di Covid (se non pochi casi in forma lieve) ma di adolescenti che provano a togliersi la vita...è questa la realtà con cui dobbiamo fare i conti".

Tutto questo, sostiene ancora il Comitato, "è certamente dovuto a restrizioni sanitarie così pesanti, e a volte inutili, che determinano un lockdown selettivo e continuo per i più giovani. Chiunque quindi agisca in maniera inappropriata e illegittima si rende complice della sofferenza imposta ai più giovani e la nostra associazione continuerà a contrastare in maniera sempre più forte ogni misura che si configuri come danno diretto o indiretto alla salute e al benessere psico-fisico dei minori". 

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E ancora: "In attesa che, come da noi richiesto attraverso la Rete Nazionale Scuola in Presenza, i protocolli vengano semplificati, ci auguriamo che i Dirigenti Scolastici vengano ripresi dagli uffici competenti, in quanto si profilano a loro carico reati di abuso di ufficio e interruzione di pubblico esercizio. Dopo due anni ricorrere continuamente alla didattica a distanza - concludono dal Comitato - non solo significa non avere a cuore la scuola e il suo compito ma segnala anche una diffusa incompetenza".

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