LETTI PER VOI Ecco come si fa una ‘controstoria’ del Liberalsocialismo
Ridar voce ai protagonisti di quella vicenda intellettuale e politica
Ecco come si fa una ‘controstoria’ del Liberalsocialismo. Ridando voce ai protagonisti di quella vicenda intellettuale e politica.
Uscito ‘La libertà nel socialismo. Liberalsocialisti. Una controstoria’ (Il ponte Editore, 30 euro) a cura di Lanfranco Binni e Marcello Rossi. Per evitare un equivoco, poiché – scrivono gli autori – “Nella notte della democrazia liberale, oggi in profonda crisi in Occidente, tutte le vacche sono liberali e democratiche”.
Quindi, oggi più che mai è necessario un confronto attivo con quelle esperienze teoriche e pratiche “per un nuovo socialismo a venire, in tempi di guerra”.
L’ircocervo di Croce. Anche perché il concetto di liberalsocialismo venne ironicamente etichettato da Benedetto Croce, nel 1942, come un “ircocervo”, animale a metà via tra caprone e cervo, volendo sostenere l’inconciliabilità del relativo pensiero.
E per Calogero? La libertà del liberalismo fu definita da Calogero come “la libertà di morire di fame”.
… e Capitini? Occorreva, a suo parere, una prospettiva di riorganizzazione della società post-fascista, che fosse fondata sul protagonismo delle classi subalterne.
Insomma, un libro contro le riscritture maligne. Perché la vicenda del liberalsocialismo era stata riscritta dai vincitori in chiave antiliberale e antisocialista.
Quali gli strumenti per informare il lettore e aiutarlo a prendere esatta consapevolezza di quelle storiche posizioni?
Proporre testi, per evitare riscritture fuorvianti intorno al liberalsocialismo degli anni ’30-’40 del Secolo breve.
Quali le voci da riproporre?
Innanzitutto quella di Aldo Capitini, sia sul piano del pensiero che ricordandone l’impegno organizzativo a livello nazionale, ma specialmente nell’area umbro-toscana. Dunque, necessità di OMNICRAZIA (il “potere di tutti”), prendendo le distanze dalle posizioni liberal-democratiche dell’Azionismo.
E gli altri personaggi chi sono?
Insieme a Capitini, testi del suo discepolo e sodale Walter Binni, con Enzo Enriquez, Tristano Codignola, Piero Calamandrei. E gli amici Guido Calogero, Bruno Enei (di cui Lanfranco ha scritto, insieme alla figlia Marta, una splendida biografia), Norberto Bobbio, Alessandro Natta, Gaetano Arfè e numerosi altri…
In apertura due saggi. Marcello Rossi titola “Liberalsocialismo, il processo è in corso”, partendo dai ricordi di Capitini e dalle posizioni dei suoi referenti.
Lanfranco titola il proprio “Due passi indietro, due avanti”. Passando per il 24 settembre 1961 (prima Marcia della Pace) e poi il Sessantotto, col filosofo che muore a 68 anni, anticipando una stagione di lotte. Poi i due passi avanti che sono la democrazia diretta e l’internazionalismo.
I contributi. Il primo, e per me più toccante, è il “Ricordo di Aldo Capitini nel secondo anniversario della morte”, intervento che il critico e politico perugino tenne nel capoluogo umbro il 19 ottobre 1970. La citazione dell’ultima strofa di “Colloquio Corale” commuove chiunque abbia cuore e sentimento.
Un volume di 520 pagine da meditare per tutta la vita.