Perugia festeggia al Morlacchi il Capodanno 2023 col tradizionale concerto ‘Vienna… Vienna!’. Folla delle grandi occasioni ad accogliere l’Orchestra sinfonica internazionale della Campania: un’eccellenza in Italia e all’estero, diretta con mano sicura dal nostro Salvatore Silivestro. Che proprio su questo palco, non senza emozione (era l’aprile del 2022) ricevette dalle mani dell’Assessore Leonardo Varasano, cerimoniere l’Inviato Cittadino, il Baiocco alla cultura del Comune di Perugia).

Musicisti di altissimo livello, fra i quali mi è piaciuto notare il proficuo inserimento della violinista Sayako Obori, già vincitrice del premio intestato alla memoria di mio padre. 

Aula magna stipata per la seconda edizione del premio musicale Giuseppe Allegrini assegnato alla violinista giapponese Sayako Obori

A dar man forte all’evento, la presenza del Coro Lirico dell’Umbria, direttore Carlo Segoloni, con le voci di Anna Rita Masciotti (soprano) e Stefano Rinaldi Miliani (basso) per la verdiana “Forza del destino”.

Saluto di accoglienza dell’Assessore Varasano che tiene molto alla riuscita di questo evento con cui il Comune augura buon anno ai cittadini della Vetusta nel massimo teatro, rifiorito a nuovo look dopo il generoso intervento di sostegno del principe di Solomeo, Brunello Cucinelli.

L’evento si è dipanato nei classici due tempi. Col primo a proporre Verdi, Mascagni, Chaikovskj ed Elgar.

Secondo con J. Strauss, concluso col Gran valzer op 313434 (“Sul bel Danubio blu”).

Immancabile la Marcia di Radetzky, accompagnata dal classico battimani e a chiudere il Verdi de “I Lombardi alla Prima Crociata”.

 Siparietti, battute, allusioni garbate nello stile dell’amico Silivestro. Che in questa, come in altre occasioni, ha saputo condire sapienza e autorevolezza con arguzia e intelligente (auto)ironia. Doti ampiamente accettate da un pubblico complice e divertito. Un consenso insaporito di gridolini alla maniera dei concerti pop. A testimoniare un affetto e un’amicizia indefettibili nei confronti di un personaggio che, ormai da decenni, anima la vita musicale cittadina con inesausta dedizione.

Chiusura con l’inno nazionale: tutti in piedi a intonare un canto che, invecchiato nel lessico, mostra tuttora una forte adesione nell’orgoglioso spirito identitario che lo anima.