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Braccio di ferro in Comune per la convocazione della Commissione Toponomastica

La minoranza, disponendo di tre membri in Commissione, può – se lo ritiene – chiederne autonomamente la convocazione

Se non lo fa il presidente, ci pensano i componenti. Braccio di ferro per la convocazione della Toponomastica. “Visto che il Presidente non aveva voglia di convocare la commissione toponomastica, ho deciso di farlo io”, afferma Carmine Camicia, vicepresidente della Commissione toponomastica del Comune di Perugia.

E lo ha fatto in virtù del regolamento vigente. Regolamento che, all'articolo sette, prevede che tre commissari possono convocare la commissione. Norme ben note a Camicia, in quanto da lui proposte e votate dal Consiglio Comunale. “Dunque – ricostruisce Camicia – ho preparato la convocazione per il giorno 1/2/2019, convocazione condivisa e sottoscritta da altri 3 commissari”.

“L'Assessore Dramane Wagué, nel sentirsi scavalcato, proponeva d'imperio di differire la stessa al giorno 13 febbraio. Ma lo scrivente gli contestava la sua iniziativa e chiedeva al dirigente di rispettare la data della convocazione, legittimamente inviata dal sottoscritto”.

A questo punto cosa accade? Dopo questo braccio di ferro, l'assessore ha dovuto fare un passo indietro, in quanto la commissione si terrà in data 01/02/2019 (prima convocazione: ore 14.30; seconda convocazione: ore 15.30). Non per ripicca, s’intende, ma per discutere intestazioni che attendono da tempo e che, altrimenti, passerebbero in eredità alla prossima sindacatura.

L’aspetto sfuggito alla maggioranza consiste in questo: la minoranza, disponendo di tre membri in Commissione, può – se lo ritiene – chiederne autonomamente la convocazione. Che poi – a parer di chi scrive – non è un vulnus alla democrazia, ma una risorsa. Oltre che garanzia democratica.

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