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Attualità Tuoro sul Trasimeno

Trasimeno cardioprotetto, installate le colonnine salvavita alla Polvese e alla Maggiore

Inaugurato su iniziativa della Misericordia il defibrillatore ad uso pubblico

Isole del Trasimeno sono cardioprotette. Dopo la Polvese anche l'Isola Maggiore ospita una postazione del “Progetto Cuore un defribillatore per la vita” promosso dalla Misericordia di Castiglione del Lago.

Il nuovo dispositivo ad uso pubblico è stato collocato in posizione centrale, lungo Via Guglielmi. Il Dae è stato donato dalla stessa Misericordia Castiglionese, grazie anche alla generosa disponibilità della "ditta Sistema Arte", mentre il Comune provvederà all’acquisto di una apposita teca termoventilata e altro accessorio di controllo della nuova postazione.

"Dopo il fermo a causa della pandemia - ha dichiarato Ivo Massinelli, Governatore rappresentante legale delle Misericordie di Castiglione del Lago odv e della locale sezione di Tuoro – il Progetto Cuore riprende proprio con le due Isole del Trasimeno, mete di numerosi turisti. Il progetto infatti fra l’altro mira ad avere le isole cardioprotette. Subito dopo prenderanno il via i corsi aperti alla popolazione per il corretto utilizzo del Dae".

"Per noi è una giornata molto importante – ha sostenuto il sindaco di Tuoro -  Fin da subito abbiamo sposato il progetto, fondamentale per la tutela della salute pubblica. Questa è un’isola con un alto afflusso turistico, che conta circa 130.000 presenze annue".

Si tratta del secondo Dae ad uso pubblico montato nel Comune di Tuoro, a cui seguiranno quelli di Borghetto, Vernazzano ed altre località.

"Siamo pronti ad accogliere suggerimenti per un’assistenza sempre più adeguata e appropriata anche al Trasimeno", sono state le parole di Emilio Paolo Abbritti, direttore del Distretto del Trasimeno.

"Questa iniziativa – ha concluso Francesco Borgognoni, direttore regionale della centrale operativa 118 Umbria - si inserisce in un progetto più ampio di pubblico accesso al Dae che prevede anche la formazione di personale non sanitario. Purtroppo infatti la battaglia all’arresto cardiaco improvviso si vince con i dispositivi e con il personale non sanitario che riesce ad intervenire nei primi istanti. Fondamentale dunque la risposta locale".

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