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INVIATO CITTADINO Multe ai cocciai derutesi, il Comune fa cassa

Il Comune fa cassa con le multe (1000 euro a cranio) inflitte ai cocciai derutesi. I quali proseguono una tradizione che radica nel Medioevo. Malgrado tutto

Il Comune fa cassa con le multe (1000 euro a cranio) inflitte ai cocciai derutesi. I quali proseguono una tradizione che radica nel Medioevo. Malgrado tutto. Sebbene i guadagni siano irrisori, il freddo pungente, il trattamento offensivo.

Abbiamo già raccontato la storia di quella multa di 1000 euro, comminata ai cocciai per aver occupato suolo pubblico, in piazza Danti, oltre l’orario consentito. “Multa sacrosanta, per carità”, dice uno dei titolari del banco. In effetti, i cocciai avevano richiesto l’allungamento del tempo di permanenza “disposti a pagare di più per il prolungamento, si capisce”.

Il Comune non aveva dato risposta e loro, contando su una specie di silenzio-assenso, erano andati oltre le 14:00. Dopo di che, una guardia della Municipale li aveva multati, senza contestare immediatamente la violazione (dicono) e avvertendoli che avrebbero potuto presentare ricorso.

Della questione, l’Inviato Cittadino informò personalmente il sindaco Romizi, che si dichiarò all’oscuro della sanzione e promise personale interessamento. Che, forse, non c’è stato. O non è andato a buon fine. Quelle multe (riferiscono gli interessati) sono state pagate, in un periodo che peraltro appare poco brillante per gli affari. Tanto che, di questo passo, la tradizione potrebbe essere definitivamente interrotta. “Vede – spiegano – un’ora e mezzo occorre per esporre e altrettanto per riporre il materiale che va incartato e protetto dagli urti. Se consideriamo che, fino alle 11, in giro non c’è gente, già dalle 12:30 dobbiamo cominciare a mettere via. In pratica, tanto lavoro per meno di due ore di vendita non vale la pena”. Impossibile dar loro torto. Tanto più che restare fino alle 17 comporterebbe la possibilità di vendere qualcosa. “Così – concludono – è solo tempo perso".

Insomma: si dice che debbano sloggiare per lasciare posto a chi? Alle auto? (che peraltro ci sono regolarmente e in divieto). E poi, lo spettacolo di automobili in sosta è preferibile all’esposizione di quegli artistici manufatti? Ma perché non hanno fatto ricorso? La spiegazione è semplice: “Tra bolli, imposte, commercialista o avvocato, rischiavamo di sborsare di più. Senza contare che, in caso di reiezione dell’istanza, avremmo finito con lo spendere il doppio”. Mah! Per giusta che sia, la sanzione pare decisamente irragionevole. Anche perché, prima di menare il colpo, in genere si avverte. Poi, caso mai…

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