INVIATO CITTADINO Cimitero di Perugia, la protesta di fiorai e visitatori
Sale la protesta di fiorai che ci rimettono e di visitatori che non possono comprare un fiore da mettere sulla tomba dei propri cari
Cimitero di Perugia, di domenica… un mortorio. Sale la protesta di fiorai che ci rimettono e di visitatori che non possono comprare un fiore da mettere sulla tomba dei propri cari.
Dura lex, sed lex. Ma vale anche l’aureo brocardo “summa lex, summa iniuria”. Specie quando le decisioni politiche urtano col senso comune e con la pratica dell’onore ai defunti.
La protesta assume i toni della contestazione dura, se è vero che – affisso a una transenna del comune – un cartello (foto) porta la scritta “Chiuso domenica 29 novembre e domenica 6 dicembre per l’ordinanza regionale della grandissima presidente della Regione Umbria Donatella Tesei,. Ci scusiamo per il disagio ma non è colpa nostra”. Evidente la coloritura ironica di quel “grandissima”, riferito alla governatrice, di chiara valenza contestativa.
“Ci rimettiamo la metà del fatturato”, dichiara il titolare del negozio di fiori adiacente all’ingresso del cimitero di Monterone.
“L’incasso ne esce dimezzato. Difatti la gente viene prevalentemente di domenica, perché libera dagli impegni. Ma chi viene domani (‘oggi’, per chi legge) trova chiuso. E tutta questa merce rischia di deperire”.
“Alla faccia degli aiuti”, prosegue irritato. “Pensi – aggiunge – che il Comune ci aveva promesso la riduzione della Tari. Boom. Al contrario, la tassa è addirittura aumentata. E anche le altre spese lievitano. Per giunta, in assenza di incassi”.
Poi ragiona, sostenendo “Non siamo mica un centro commerciale: qui entra una persona alla volta. Noi siamo dotati degli accorgimenti richiesti dalle circostanze. È stata una sciocchezza equipararci agli altri negozi”.
Difficile obiettare. Le tombe saranno più spoglie, pazienza. Intanto i titolari delle attività commerciali ingiustamente penalizzate si leccano le ferite. E rischiano di… lasciarci le penne.