Santa Maria Nuova alla Pesa. Saccheggiata senza pietà, porta ancora i segni del vandalismo. Quando i conti, come troppi ‘prestiti’, non tornano
Santa Maria Nuova alla Pesa. Saccheggiata senza pietà, preda inerme, porta ancora i segni del vandalismo. Quando i conti, come troppi ‘prestiti’, non tornano.
Ciò che è stato portato via è perduto per sempre. Una delle chiese più belle e più antiche della città è stata inesorabilmente depredata, specie nel periodo in cui era soggetta a lavori di consolidamento a seguito dei danni del terremoto.
Qualche colpevole distrazione ha fatto sì che la porta lungo via del Roscetto fosse lasciata aperta. E i danni sono stati numerosi. E irreversibili.
Difficile farne un bilancio e procediamo a spanne.
Hanno depredato gli altari delle sculture in legno e in gesso, con doratura, che ne decoravano le spallette laterali. Le lacune sono evidenti e corrispondono a scudi con ritratti di putti e angioletti.
Sono riusciti ad asportare anche la grata dell’altare vicino all’antica Madonna delle Grazie.
Hanno agito addirittura con scalpelli e martelli, per smurare l’acquasantiera di destra, saldamente aggrappata alla tessitura muraria. Ora farà arredamento in qualche casa o villa di lusso. Omettiamo di citare candelabri o reliquiari, letteralmente volatilizzati.
All’elenco va aggiunto lo sfregio dell’incendio del portone con sculture effigianti i santi patroni. Quel portale ligneo è da anni appoggiato in attesa di restauro.
I fedeli della Pesa lamentano anche il mancato rientro di “prestiti”, come le due sculture lignee dell’altare degli Artigiani, cedute per una mostra e mai tornate.
A ciò si aggiunga la grande tela, oggi esposta in cattedrale, prima del transetto di sinistra. Ne è stata più volte richiesta la riconsegna, ma niente si muove. È un dipinto settecentesco di Francesco Appiani “Madonna in gloria con S. Giovanni Battista, S. Filippo Neri e S. Giovanni Benizi” [Porta Pesa, quei capolavori della chiesa di Santa Maria Nuova "rapinati" e prestati mai tornati (perugiatoday.it)].
A ciò si aggiunga la scelta poco oculata di “appendere” l’arca di legno, rivestita di broccato, di Braccio I Baglioni, che prima era appoggiata a sinistra dell’ingresso e ora sta lassù “rimpiccata” senza che la si possa adeguatamente vedere e apprezzare. “Quod non fecerunt barbari fecerunt Barberini”, dicevano le pasquinate romane. E la battuta si attaglia anche a casa nostra.
Meno male che, a parziale consolazione, sta procedendo il progetto di restauro dell’organo, affidato alle mani sapienti di Eugenio Becchetti [INVIATO CITTADINO Organo seicentesco di Santa Maria Nuova, alla Pesa. Fondazione Perugia finanzia il restauro (perugiatoday.it)].
Merito del nuovo parroco, don Calogero Di Leo, che speriamo possa far valere le ragioni di questa storica chiesa e assecondare le legittime richieste dei parrocchiani.