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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Perugia, sorpresa di Natale: la Basilica di San Costanzo ha riaperto i battenti

La Chiesa che contiene l’urna coi resti del Santo Patrono della diocesi perugina di nuovo visitabile grazie ad un impianto di allarme, dopo i profondi restauri del 2008

Sorpresa per le feste di Natale (e oltre, si spera): la Basilica di San Costanzo è di nuovo aperta tutto il giorno, orientativamente dalle 8 alle 18, a disposizione di fedeli e turisti, grazie all’installazione di un moderno sistema di allarme. Ed è una notizia, perché, anche se sembrerà strano, negli ultimi venti anni la chiesa del Santo Patrono della Diocesi, primo vescovo e primo martire della città, dove si trovano sia l’urna con le spoglie, sia il sarcofago dove fu deposto il suo corpo nel 175 D.C. è rimasta praticamente chiusa, tranne che in occasione delle celebrazioni del 29 gennaio e delle Sante Messe domenicali.

Una serie di concause legate alla mancanza di un parroco in loco (Don Pietro Ortica deve gestire anche le Parrocchie di Santa Maria di Colle e San Ferdinando) ed ai profondi restauri operati nel 2008 hanno fatto sì che, caso forse unico in Italia, la chiesa del Patrono, elevata a Basilica minore da Benedetto XVI, non sia stata visitabile. Tanto da essere regolarmente saltata dai tour organizzati, sia quelli privati, sia quelli del Perugia City Tour, che uscendo da Porta San Costanzo non piega mai a sinistra verso la Basilica, ma torna direttamente nell’Acropoli. Un peccato. 

Perché oltre alle motivazioni squisitamente religiose, all’interno della chiesa sono visibili autentiche opere d’arte, come le decorazioni, il polittico dell’abside e due trittici lungo le pareti della navata, realizzate da Ludovico Caselli negli ultimi anni del 1800, quando, su progetto dell’architetto Guglielmo Calderini, San Costanzo assunse più o meno l’aspetto attuale.

FOTO Perugia, sorpresa di Natale: la Basilica di San Costanzo ha riaperto i battenti

I restauri post-terremoto del 2008, costati quasi un milione di euro, hanno consentito di  rinforzare la struttura e di ammodernare l’interno, con un efficiente impianto di riscaldamento predisposto sotto il pavimento.

Restano, come accennato, il fascino dell’urna contenente le ossa di San Costanzo, situata all’interno dell’altare, visibile solo il 29 gennaio o a richiesta, mentre è sempre sotto gli occhi di tutti il sepolcro nel quale fu deposto, circa 1846 anni fa, il corpo decapitato del vescovo. La grande tomba di marmo negli anni ’70 è stata posta dietro l’altare, ma ribaltata, in modo da poter consentire di vedere quella che è per definizione “l’impronta rossastra del corpo di San Costanzo” (senza testa).

Che poi (tesi agnostica) si tratti solo di un effetto cromatico oppure di quella che Annibale Mariotti, medico e scrittore, presente all’ultima ricognizione effettuata con la salma al suo interno, definì “l’indelebile e sanguinosa impronta del martire Costanzo”, nessuno lo saprà mai.

Resta il fatto che negli ultimi decenni, sindaco e vescovo all’unisono hanno scelto come unico patrono questo santo martire, scavalcando Ercolano e Lorenzo dopo un lungo periodo di triumvirato. Il perché lo ha spiegato benissimo, con una battuta, quel genio di Enrico Vaime, perugino di corso Cavour: “Noi siamo così antipapalini, anticlericali e anticonformisti che abbiamo, unica città italiana, tre patroni”. Sipario.

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