Con il monsignore-filosofo Fausto Sciurpa, festa alla chiesa di Sant’Agata, santuario cittadino delle donne mastectomizzate
Col rettore Fausto Sciurpa, festa alla chiesa di Sant’Agata, santuario cittadino delle donne mastectomizzate. In memoria del taglio delle mammelle di cui fu vittima la Santa catanese. Ricordando l’iniziativa, riferita su queste colonne [Perugia, il supplizio di Sant’Agata rivissuto attraverso i ritratti dolenti delle donne (di oggi) mastectomizzate (le foto) (perugiatoday.it)] che ha incrociato arte fotografica e devozione, fra agiografia e antropologia.
Il Priore dei canonici della cattedrale è affezionatissimo alla chiesa urbana al cui rilancio spende (dal 1975) energie culturali e organizzative. Da ricordare il robusto lavoro di consolidamento strutturale del complesso e il restauro artistico all’interno della chiesa, eseguito da Carla Mancini [Perugia riconquista il suo scrigno trecentesco: terminati i lavori di restauro a Sant'Agata (perugiatoday.it)].
Stavolta, dopo la pausa pandemica, una tre giorni di livello, iniziata ieri pomeriggio con grande affluenza di pubblico.
Don Fausto ha proposto una riflessione dal titolo: “Storia di una santa e di una Chiesa: S. Agata”.
Rilevando come salute fisica e spirituale siano inscindibili nell’umano. E citando la frase della Santa: “La mia medicina è Cristo”. Quindi riferendo nel dettaglio la vita di Agata, il suo martirio, il miracolo della lava, la traslazione delle spoglie a Costantinopoli e il ritorno, in riferimento alla data fatidica del 17 agosto.
Gli intermezzi musicali “Dai salmi di dolori e guarigione” sono stati eseguiti da un coro, coordinato dal medico Luciano Carli, senologo di rango. Il quale ha anche ricordato il percorso lamento-supplica-guarigione come fil rouge delle tre esecuzioni vocali e strumentali.
Circa la storia della chiesa, don Fausto ha ricordato che, alla metà degli anni Trenta del Novecento, Giovan Battista Montini, futuro papa Paolo VI, fu qui. A salutare monsignor Luigi Piastrelli, prete “modernista”, isolato dalle gerarchie cattoliche per le sue idee che si sarebbero rivelate anticipatrici delle conclusioni del Concilio Vaticano II.
L’Inviato Cittadino – che di don Fausto fu compagno di studi al nostro Ateneo – non si è lasciato sfuggire l’occasione di ritrarre il rettore davanti alla Trinità triandrica, posta all’ingresso della chiesa. Una vera rarità iconografica, sopravvissuta alle tendenze iconoclastiche.
Oggi, proseguono gli appuntamenti su “La parola dell’uomo sulla sofferenza” e “La parola di Dio sulla sofferenza” a cura del professor Luigi Alici e del professor padre Giulio Michelini (Ofm), predicatore assolutamente straordinario.
(Foto di Sandro Allegrini)