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Accrocchi e rocchi di filo sospesi. Come ti rendo più brutta la città. Sembra una parola d’ordine, un maligno complotto

Accrocchi e rocchi di filo sospesi. Come ti rendo più brutta la città. Sembra una parola d’ordine, un maligno complotto, una congiura di palazzo, un ordine di scuderia. La città non è mai stata così orribile come da quando si sono passati i cavi della fibra. Specialmente nell’acropoli. Dove, anziché interrati e passanti per tubi di forasite, quei cavi sono penzolanti o aggomitolati e sospesi alle pareti degli edifici. Quando non, addirittura, sopra portoni di rango e architravi di interesse storico-monumentale.

Ne vediamo dappertutto. Oggi il nostro reportage si sofferma su via Fabretti. Dove, nel giro di qualche decina di metri, si ripete l’errore/orrore di rocchi di cavi appesi o addirittura penzolanti per effetto del vento o degli agenti atmosferici che le hanno sgomitolate. Impossibile immaginare qualcosa di più atroce.

È mai possibile che nessuno controlli? Non sono, o non dovrebbero essere, il sindaco e l’amministrazione municipale, custodi della bellezza e della dignità cittadine?

È mai possibile che questa situazione si protragga da anni? Si dica, chiaro e tondo, alle aziende che quei cavi hanno tirato e lasciato in stato di abbandono, di rimuoverli. Se non ci sono – come pare di capire – aziende o persone che chiedano di collegarsi.

Via quegli obbrobri. Via quella paccottiglia. Via quegli intrecci inestricabili. Il cui fine era quello di erogare un servizio che, evidentemente, non viene richiesto.

Ne abbiamo segnalati anche in prossimità della recentemente restaurata Porta dei Tei [INVIATO CITTADINO Cavi in brutta vista in prossimità della Porta dei Tei (perugiatoday.it)].

Ma è tutta la città a subire questo affronto. Indegno e insopportabile. Quando basta… basta!

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