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Un’opera d’arte così non s’era mai vista… e Perugia rischia di perderla per sempre

Nel mastodontico cavallo di Ballerani c’è tutto l’orgoglio e la forza di una città. Smantellarlo, gettarlo alle ortiche, farne brandelli da discarica, sarebbe dissennato. Oltre che imperdonabile colpa

Un’opera d’arte così non s’era mai vista… e Perugia rischia di perderla per sempre. Parliamo del mastodontico cavallo (oltre 5 metri di altezza) creato dall’artista Paolo Ballerani in diversi mesi di lavoro, con l’attiva complicità del collega e amico Mauro Tippolotti il quale ha dato, oltre che una mano, anche parecchio… cuore. 

Perugia, il mastodontico cavallo di Ballerani alla Rocca Paolina

Sta per finire, appunto, la mostra di Tippolotti-Ballerani alla Rocca Paolina, da titolo “Materia, forma e colore” e quel capolavoro dovrà… sloggiare. Per lasciar posto a cosa? Bancarelle e trenini (absit iniuria verbis) sono forse più attraenti o congrui col luogo?

Per tutto il periodo dell’evento, quel cavallo è stato il valore aggiunto di uno dei più prestigiosi monumenti della Vetusta. A tutte le ore, torme di turisti sono passati (e ripassati) di là ad ammirare, scattare, commentare. La civitas perusina reclama ad una voce il mantenimento di quel capolavoro dentro la Rocca. Si troveranno poi i relativi accordi, ma quel cavallo deve restare lì. Lo scrivono anche diverse persone nel libro delle firme dei visitatori.

Peraltro, l’opera è stata pensata, dimensionata, realizzata per quello spazio. Lo documenta la singolare (e non casuale) affinità intrinseca fra il luogo e il soggetto. Corrusco, bellicoso, marziale e dignitoso: sono aggettivi che valgono a designarli entrambi.

L’opera porta, si direbbe, i connotati della finalità farnesiana (Ad coercendam Perusinorum audaciam), ma anche la voglia di rinascita che indusse la città alla ribellione e conseguente distruzione della Rocca. E fu un imperdonabile errore. Che oggi potrebbe ripetersi con l’avviso di sfratto a quel capolavoro.

Insomma, in quel cavallo c’è tutto l’orgoglio e la forza di una città. Smantellarlo, gettarlo alle ortiche, farne brandelli da discarica, sarebbe dissennato. Oltre che imperdonabile colpa.

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