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Case popolari, la denuncia dei sindacati: "Con il nuovo regolamento mazzata per il 60% degli inquilini"

Sunia, Sicet e Uniat dell’Umbria: "Il canone medio è il più alto di tutta Italia"

"Con l’applicazione del nuovo regolamento regionale Ers numero 7 del 27 maggio 2019 circa il 60% degli assegnatari delle case popolari nell’arco degli anni 2020/2021 ha visto il proprio canone di locazione aumentare del 26,5%, con particolare riferimento ai nuclei familiari composti da una o due persone che si ritrovano, quindi, in gravissime difficoltà nel pagamento dei canoni, il tutto amplificato anche dalla grave crisi economica, finanziaria e sanitaria che ha colpito il nostro Paese". A denunciarlo, con una nota, i sindacati inquilini Sunia, Sicet e Uniat dell'Umbria.

Per i sindacati "il nuovo sistema di calcolo adottato che ha visto passare dal reddito imponibile al valore Isee ha provocato un’impennata dei canoni di locazione, nonostante, nello stesso periodo temporale 2020/2021, il reddito imponibile delle famiglie sia rimasto invariato". E ancora: "L’applicazione a regime del nuovo regolamento ha fatto sì che il canone medio applicato nella nostra regione sia il più alto di tutta Italia, più alto della ricca Lombardia, della Toscana, dell'Emilia Romagna, del Veneto e di tante altre regioni".

I sindacati Sunia, Sicet e Uniat, conclude la nota, "hanno richiesto un urgente incontro con la Regione e con Ater Umbria al fine di provare a trovare un accordo che veda rientrare la grave situazione creatasi. In difetto, e senza ulteriore avviso, le organizzazioni saranno costrette, in difesa dei propri utenti, a manifestare sotto le sedi istituzionali insieme agli assegnatari fino alla risoluzione del problema, che deve vedere la modifica del regolamento regionale".

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