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Case popolari e costo dell'affitto, la risposta dell'assessore regionale

Melasecche: "“Isee unico indicatore per il calcolo, molti importi ridotti"

"L’Isee è l’unico indicatore ammesso dalla attuale legislazione italiana e l’aggancio del canone di locazione al parametro Isee, valido anche per reddito di cittadinanza e molte altre misure di sostegno alle fasce di popolazione più deboli, risulta essere un adempimento obbligatorio per la Regione onde evitare rilievi da parte della magistratura, contabile e non". E’ quanto afferma l’assessore regionale alle politiche abitative Enrico Melasecche in risposta alla denuncia dei sindacati degli inquilini.

"Grazie proprio all’Isee – ha spiegato l’assessore -, molti nuclei che hanno visto la riduzione del reddito in relazione alla crisi economica connessa con la pandemia , hanno potuto richiedere ed ottenere in modo pressoché istantaneo, richiedendo l’Isee aggiornato, la riduzione dell’importo locativo. Con il vecchio metodo di calcolo, basato sui redditi Irpef, sarebbero invece dovuti trascorre molti mesi".

E ancora: "Per Sunia, Sicet e Uniat, circa il 60 per cento degli assegnatari delle case popolari nell’arco degli anni 2020/2021 ha visto il proprio canone di locazione aumentare del 26,5 per cento. In realtà – ricorda Melaseccche - la platea degli assegnatari di Ers, gli ottomila nuclei familiari, hanno visto mediamente calare l’importo del canone di locazione con l’applicazione dell’Isee (su 8000 famiglie circa 3000, i nuclei familiari più numerosi, hanno visto l’affitto significativamente ridotto). Attualmente il regolamento n. 7/2019 è ancora nella fase sperimentale con aumenti/riduzioni contenuti nel margine del 10-15 per cento. Da rimarcare come, nel caso di aumento, riguardando canoni che in moltissimi casi sono pari a poche decine di euro, ammontano quindi a pochi euro mensili e comunque proporzionati al reddito familiare calcolato dalla legge nazionale dell’Isee".

I sindacati, prosegue l'assessore, "hanno dichiarato che solo quattro regioni, prima della nostra, avevano adottato l’Isee per il calcolo dei canoni di locazione Ers e tutte sono ora in fase di modifica del proprio regolamento. Non si capisce come l’Umbria, nonostante ciò e nonostante i molteplici avvertimenti da parte nostra, abbia colpevolmente tirato dritto. La realtà è ben diversa e molto complessa – afferma Melasecche -, come sanno bene le organizzazioni sindacali degli inquilini. Ormai la quasi totalità dalle regioni dell’Italia Centrale e settentrionale ha adottato il parametro, ripeto obbligatorio, dell’Isee. Come Regione Umbria abbiamo addirittura previsto un triennio, che con il Covid si sta trasformando in un quinquennio, di periodo sperimentale di applicazione molto attenuata del regolamento. Non rappresenta il vero quindi che la Regione Umbria stia tirando diritto. Anzi è vero esattamente il contrario e cioè che, proprio per cercare di non lasciare indietro nessuno e di tutelare i più deboli fra una platea di tutti assegnatari degni di attenzione, gli uffici regionali e l’Ater stanno monitorando tutti i dati dell’Isee e degli affitti".

Ai sindacati l'assessore regionale rivolge la domanda "se sanno quanti nuclei familiari, grazie proprio all’introduzione dell’ISEE, sono risultati avere proprietà o liquidità che con i redditi Irpef non sarebbe stato possibile portare alla luce".

Conclusione: "Dispiace infine leggere di un atteggiamento di chiusura da parte della Regione, dei suoi uffici o dell’Ater. I sindacati sono stati convocati anche in III Commissione consiliare per discutere del problema. Certo è che in un’epoca di pandemia e di difficoltà estreme, ci siamo concentrati sui primi provvedimenti urgenti post crisi epidemiologica. Sarà mia cura convocare le organizzazioni degli inquilini a cui chiedo fin d’ora di abbandonare polveroni inutili, come quello ingiusto ed illegittimo del ritorno ai redditi Irpef e di portare al tavolo proposte concrete su come migliore i meccanismi del regolamento n.7/2019. In una fase delicatissima della vita di tutte le famiglie – ha concluso l’assessore Melasecche - ci si chiede a chi giova alzare polveroni inutili e diffondere notizie che non corrispondono alla realtà dei fatti. Disponibilità quindi massima ma nella serietà e nella correttezza dei rapporti istituzionali".

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