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INVIATO CITTADINO Parcheggi e caro-pipì. Raddoppia il costo dell’accesso ai bagni di Piazza Partigiani

Negli altri parcheggi il bagno non c’è o è consigliabile evitare di entrarci

Cara/o pipì, quanto mi costi! Ai parcheggi perugini pare di essere tornati ai tempi dell’imperatore Vespasiano, inventore dei bagni a pagamento. Tanto che il figlio Tito “delizia del genere umano” gli rimproverò di aver legato il suo nome a una iniziativa così poco onorevole.

A Perugia c’è uno stretto rapporto tra caro parcheggi e caro-pipì. Aumenta la quota oraria per la sosta. Nel contempo, raddoppia il costo dell’accesso ai bagni di Piazza Partigiani. “Ritoccato” da 50 centesimi a 1 euro. Alla faccia dell’indice Istat. Così proprio non va.

Negli altri parcheggi o il bagno non c’è o… è sconsigliabile entrarci.

Sempre meglio – dice qualcuno – della completa assenza del servizio. Come al Mercato Coperto, dove i bagni esistenti sono stati improvvisamente e improvvidamente smantellati. Tanto che diversi utenti si dirigono verso la zona dove abitualmente stavano i servizi, ma la trovano sbarrata. Restandoci di sasso e chiedendo spiegazioni agli imbarazzati operatori.

2 Le nuove tariffe ritoccate al 100%Pessimo biglietto da visita”, commenta un personaggio che intende restare anonimo. “Perché il parcheggio del Mercato, per tanti turisti e ospiti, italiani e stranieri, è la porta d’ingresso all’acropoli. Ed è spiacevole indirizzarli a qualche bar di prossimità”.

Sta di fatto che i bagni sono previsti nel progetto di riqualificazione… di là da venire.

L’assenza di servizi si ripete al Pellini e a Piazzale Europa. Ma anche dove c’è…

Anche dove c’è… meglio ignorarlo. Si pensi, e si provi, quello al parcheggio di S. Antonio, ai piedi di Palazzo Gallenga e dell’Arco Etrusco, meta di turismo culturale e di formazione.

Qui, al piano interrato, c’è un bagno da quarto mondo. Una turca indecente, una porta di ferro che cigola e sbatte, un lavandino da discarica.

Tornando invece a Piazza Partigiani, i bagni, recentemente rifatti, sono puliti e dignitosi. L’assurdo consiste però nell’immotivato raddoppio del ticket d’ingresso.

L’entità del rincaro: un raddoppio secco. Una vera sfacciataggine.

E poi perché, trattandosi di un servizio complementare, dovrebbe essere incluso nel pagamento della sosta. Qui, come altrove, a costi d’affezione.

Il Comune dovrebbe chiederne la gratuità, per una questione di dignità e rispetto. Il Comune di Perugia – che si è stoltamente privato delle quote in suo possesso [il parcheggio è un autentico bancomat!] – avrebbe il dovere di richiamare il gestore all’eliminazione del ticket per usufruire dei servizi. In passato era così, e ancora è così al S. Antonio. Basta passare il biglietto davanti al lettore e la porta si sblocca. Come dovrebbe essere… sempre e dovunque.

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