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INVIATO CITTADINO 2 febbraio, Festa della Candelora. Da dove viene e cosa significa

Tra Vangelo e detti meteorologici

Ecco lo snodo della situazione meteorologica. Che, se il proverbio “ardice” (stando alle condizioni della giornata odierna) dovrebbe annunciare una rapida conclusione dell’inverno. In omaggio al detto popolare che recita: “Se fa bel de Candelora,  de l’inverno sémo fòra / ma, se piove o tira vento, de l’inverno sémo drénto”. Non c’è bisogno di tradurre in italiano standard, tanto il brocardo è trasparente.

Insomma: le condizioni meteorologiche di questa giornata farebbero da prologo, e da sicuro auspicio, a una prosecuzione dell’inverno in analoghe condizioni. Se fa bello oggi, 2 di febbraio, la primavera è alle porte. Se invece è brutto… sono guai. Ossia il freddo la farà da padrone ancora per molto.

L’origine della credenza è da riferire al paganesimo, dal quale il cristianesimo attinge a piene mani.

Se la candela è segno di luce, la Candelora è la Festa della Luce.

I Romani la chiamavano FESTA CANDELO[/A]RUM. La Festa della luce è diventata Candelora, finendo associata alla purificazione della Beata Vergine Maria e alla presentazione di Gesù al Tempio. Dopo il Concilio Vaticano II, il 2 febbraio viene ricordato in questa dimensione. Da qui il riferimento all’accensione delle candele. E alla loro benedizione.

La candela benedetta si conservava in casa e veniva fatta ardere nei momenti di difficoltà. Nelle case dei contadini la si accendeva nel corso di un temporale, per scongiurare danni ai raccolti. Mentre le campane suonavano e ci si raccoglieva in preghiera. E si facevano processioni rogazionali, portando le candele benedette e ripetendo il classico ritornello “a fulgure et tempestate libera nos, Domine” [‘Signore, liberaci dal fulmine e dalla tempesta’]. Ho visto accenderla, per pura superstizione, per stabilire se una persona fosse o meno colpita dal malocchio. O al capezzale di un malato, per raccomandarne alla Madonna la guarigione.

In alcune località, per la Candelora si tiene la sfilata dei carri, rievocando la temperie pagana e carnascialesca delle origini.

A chi si pone quesiti in ordine alla credibilità della “profezia meteorologica” del giorno di Candelora, si adatta la frase “non è vero… ma ci credo”. Tanto, è come la storiella del “Natale al sole, Pasqua al tizzone”: vale… quando ci prende. E poi spesso ci si dimentica del tempo.

Peraltro, domani 3 febbraio, cade la festa di San Biagio, protettore contro i mali della gola: la festa è ancora legata alle candele. Ma ne parleremo a breve.

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