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INVIATO CITTADINO Quando via Elce di Sopra cambiò nome e, infine, si sdoppiò

È accaduto altre volte, non solo a via Ripa di Meana. Oggi c'è via Innamorati e via Vecchi

Quando via Elce di Sopra cambiò nome e, infine, si sdoppiò. È accaduto altre volte, non solo a via Ripa di Meana. L’errore di contestare. Per amor di polemica. Il ‘testo’ (codificato) della toponomastica come ‘pretesto’ per… ingaggiare sfide o per sostenere posizioni di bandiera.

La toponomastica cittadina è tornata sotto i riflettori, con codazzo di polemiche in gran parte ideologiche. All’Inviato Cittadino il merito (o la colpa, se si preferisce, condivisa con la lettrice amica Anna Maria Rossini Bondi) di aver sollevato, su queste colonne, la doppia denominazione della stessa strada urbana. Ossia lo sdoppiamento in via Tancredi Ripa di Meana e viale San Domenico.

Ma quel caso non è unico. Perché prima occorre vedere le carte, accertarsi di come stanno le cose. Poi si può disquisire su tutto, proporre, disporre. 

FOTO - Quando via Elce di Sopra cambiò nome e, infine, si sdoppiò

Un esempio lampante di una strada spezzata e con denominazione mutata è quello di via Elce di Sopra, che si distingue da via Elce di Sotto per la semplice posizione (ma a sfatare balle, anche a questo proposito, torneremo in un prossimo servizio).

La strada ex Elce di Sopra corre dunque da piazza dell’Università fino in direzione San Marco.

Il primo cambiamento fu quello che portò alla denominazione di Via Annibale Vecchi.

Dunque, via Elce di Sopra cessò di esistere e fu dedicata ad Annibale Vecchi, patriota e massone. Successivamente la strada fu spezzata, e si vide attribuire due nomi distinti. Il tratto da piazza dell’Università fino all’ex casotto del dazio, oggi pizzeria, divenne via Francesco Innamorati (giureconsulto e politico). La lapide vicina alla scala di Geologia lo spiega chiaramente scrivendo: “Via Francesco Innamorati, già via Elce di Sopra e Annibale Vecchi”.

La lapide alle spalle dell’edicola della Cesarina, all’intersezione con via Fuori le Mura, lo ripete chiaramente. Riporta infatti la stessa formula: “Via Francesco Innamorati, già via Elce di Sopra e Annibale Vecchi”.

Sulla ex casina della Porta daziaria dell’Elce sta invece la lapide che segna l’inizio di via Annibale Vecchi. Strada che si pone in continuità con la precedente e che poi prosegue verso l’Elce, costituendone il “corso”, ossia la spina dorsale.

Ecco la prova provata di come non sia inconsueto il cambiamento di nome di una strada urbana. O come la stessa possa essere identificata con due denominazioni diverse e complementari.

Ad altri il compito di riportare documenti, atti, delibere… ma le cose stanno proprio così.

Siccome qualcuno sosteneva, falsamente, che l’attuale Amministrazione cittadina avesse disposto la modifica del nome, il sindaco Romizi, per difendersi da accuse immotivate, si è preso cura di rintracciare e riportare le delibere relative, risalenti a mezzo secolo fa. Quando – qui sta il paradosso – non era ancora venuto alla luce.

Per tenersi al caso notissimo di piazza Matteotti, ricorderemo come le denominazioni succedutesi negli anni siano parecchie. Da piazza del Sopramuro (in riferimento alla posizione), a piazza Piccola (Platea Parva) per distinguerla dalla Platea Magna/piazza Grande (oggi piazza IV Novembre), a piazza delle Erbe (con riguardo alla funzione commerciale), a piazza Giuseppe Garibaldi (periodo post unitario), a piazza Costanzo Ciano (ossia il padre di Galeazzo, genero di Mussolini) e infine Matteotti, dopo la caduta del Regime. Queste ultime tre, sì, che sono state scelte politiche!

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