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Calendario venatorio, tutto fermo: la Regione Umbria aspetta (ancora) il parere dell'Ispra

L'assessore regionale Morroni: "L’Istituto, per problematiche interne che ne hanno rallentato l’operatività, non è stato in grado di adempiere in tempi rapidi"

Tutto fermo, finché non arriverà il parere non si deciderà ufficialmente quando si potrà sparare. “L’assessorato regionale ha svolto un’azione di interlocuzione continua con Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, per acquisire il parere obbligatorio necessario per l’approvazione del Calendario venatorio 2020-2021, ma l’Istituto, per problematiche interne che ne hanno rallentato l’operatività, non è stato in grado di adempiere in tempi rapidi; dalle rassicurazioni ricevute ci attendiamo un riscontro entro la prossima settimana”. È quanto sottolinea l’assessore regionale alla Caccia, Roberto Morroni. “La proposta di calendario ha seguito una celere tabella di marcia, ottenendo il parere favorevole unanime della III Commissione consiliare, ma il passaggio definitivo è ostacolato dai tempi dell’Ispra, nonostante le nostre numerose sollecitazioni. Questo – aggiunge - sta creando le ben note difficoltà e soprattutto il forte ritardo per la prevista apertura della caccia di selezione al capriolo. Valuteremo comunque un possibile recupero del tempo perduto, pur nella considerazione che questo tipo di caccia, come riconosciuto dalle Associazioni venatorie, deve seguire precisi periodi biologici della specie, con finestre temporali del prelievo ben individuate e delimitate”.

L’assessore Morroni interviene anche sulle misure di contenimento dei cinghiali, in merito ai rilievi mossi dal coordinamento delle squadre di cinghialisti. “Sono rilievi non pertinenti ed inesatti. Le forme di caccia al cinghiale consentite dalla legge – rileva innanzitutto - non prevedono esclusivamente la braccata, ma anche altre forme di caccia sia collettive che singole e non è pertanto corretto negare la possibilità ad altri cacciatori interessati di esercitare la caccia al cinghiale”.

Sui risultati della gestione della specie fin qui attuata e che ha visto sempre in primo piano l’attività delle squadre “dai dati in possesso della Regione e dall’andamento dei danni causati da questa specie all’agricoltura - una situazione, questa, che ha raggiunto una dimensione grave e non più tollerabile - non risultano certamente riscontri positivi. Il controllo dei danni è sempre più complesso e difficoltoso – sottolinea Morroni -, e questo causa un notevole onere per il bilancio regionale. La crescita della popolazione di cinghiali in Umbria è negli ultimi venti anni in costante e continuo aumento, con rischi anche per l’incolumità pubblica, evidenziando una inefficace capacità di controllo con le misure finora adottate”.

“Continueremo nell’impegno per risolvere i problemi aperti, sia per il varo definitivo del calendario venatorio sia per il contenimento delle specie – conclude l’assessore Morroni – proseguendo nel metodo di dialogo e confronto con tutti i portatori di interesse”.

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