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Il mondo venatorio vuole contare di più e chiede un confronto alla Regione Umbria

Federcaccia Umbra fa l'elenco delle cose che ancora non vanno: tesserini, accordi interregionali e scarsa partecipazione

Federcaccia Umbria chiede un incontro-confronto con la Regione per rimettere mano alle norme venatorie. Confronto che "non è più rimandabile".

Il mondo venatorio, e Federcaccia, ritengono carente la gestione della fornitura dei tesserini venatori: "Ad oggi non risultano ancora disponibili e ciò crea notevole disorientamento tra i cacciatori, visto che ingenera dubbi sulla effettiva regolarità di svolgere l’attività venatoria. Chiediamo alla Regione l'immediata fornitura e l'assoluta trasparenza su tutta la vicenda, che non trova precedenti in Umbria".

Necessario rivedere gli accordi con le altre Regioni, riducendo i tempi degli stessi e permettendo ai cacciatori "di decidere se usufruire di queste possibilità con largo margine di tempo".

Non sfuggono alle critiche neppure gli Ambiti territoriali di caccia: "Non sfugge più a nessuno che occorra un tagliando alle strutture e alle modalità operative dei tre Atc umbri, che stanno operando in modo disomogeneo nell’applicare corrette attività di gestione faunistica all’interno della nostra Regione". Secondo Federcaccia serve un "modo nuovo di gestione, che prenda spunto dal dettato del nuovo Piano faunistico regionale e applichi tutte le sue potenzialità. Rimane sempre più urgente un'uniformità di comportamenti, che preveda l’adozione di misure generali (Statuti, convenzioni ZRC, impostazioni bilanci) comuni ai tre istituti, che ne permettano un reale rilancio".

In ultimo Federcaccia "non accetta di trovarsi alla partecipazione alla Consulta regionale con argomenti e temi, le cui decisioni sono già prese o almeno tali sembrano, di fronte al prendere o lasciare. Per Federcaccia Umbra così non va bene, il confronto non può essere ridotto a un semplice 'sì' o 'no'. Federcaccia promuove da sempre il diritto-dovere di ragionare e confrontarsi su strategie più ampie per un futuro certo della caccia, nel rispetto delle attività agricole e dell'ambiente".

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