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Il blog di Franco Parlavecchio | Mi vergogno di un Paese che ha abbandonato i terremotati: solitudine, aree fantasma ed economie al collasso

Mi voglio scusare con tutti coloro che dopo più di quattro anni dall’ultimo terremoto che ha colpito anche la nostra Regione ancora non hanno trovato un concreto aiuto da parte delle istituzioni. Delusi, tra cavilli burocratici ed ostacoli solo apparentemente insormontabili, si sono ritrovati soli dopo tutto questo tempo, davanti al loro cumulo di macerie. La colpa è anche mia perché fino ad ora non ho portato la mia voce di protesta: non ho contribuito almeno con un articolo. Forse è solo semplice vergogna per un Paese così indegno ed incapace, intrappolato nelle sue gabbie ideologiche e inerte di fronte ai problemi di chi tutti i giorni ci cammina a fianco.

Le priorità sono sempre altre…  Dimenticando che spesso queste disgrazie non sono casuali ma frutto di scelte politiche sbagliate, prese da chi ha preferito la casa facile o la speculazione edilizia alla sicurezza dell’abitazione, spesso con la complicità di alcuni cittadini. Ora l’incuria ha portato altra trascuratezza da parte delle istituzioni che sono riuscite solo a fare promesse mai mantenute. Il più grande colpevole? Il Governo, tutti i Governi. Si sono pigramente succeduti in questi anni limitandosi ad insopportabili passerelle di politici, soprattutto in vista di qualche elezione.

Ancora è tutto fermo, o quasi, a quella notte, come se fosse stata una notte qualsiasi. Nel tempo si sono alternati ben 4 commissari straordinari per la ricostruzione post sisma che di straordinario hanno avuto solo l’incarico. Di terremoti ce ne saranno ancora e la messa in sicurezza degli edifici rimarrà sempre una priorità assoluta. La sciagura evitabile di Genova ha dimostrato come un ponte anche in Italia possa essere costruito in tempi normali. Così dovrebbe essere fatto per tutte quelle case sgretolate davanti agli occhi dell’indifferenza, per rimetterle in piedi con quei criteri di sicurezza a cui tutti i cittadini hanno diritto.

Persone già colpite dal dolore per aver perso affetti e quanto di più caro, sono state affondate dalla nostra burocrazia.  Al danno del terremoto si è aggiunta la beffa della solitudine. Qualcuno, chi ha avuto la possibilità, si è giustamente rifatto una vita lontano dalle terre del sisma. Ma la conseguenza è stata quella di creare aree fantasma, economie al collasso e sradicamenti sociali che sarà impossibile riparare. E’ trascorso un altro inverno al freddo e senza speranza per i 41 mila sfollati.  Abbiamo il dovere morale di impegnarci tutti affinché sia l’ultimo

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