rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Attualità

Il blog di Franco Parlavecchio - Quando un'allergia diventa fatale, tre assurde morti in una settimana. Il nostro organismo è cambiato..

Forse fa notizia il decesso, mentre avvelenamenti per cause legate al cibo sono silenziosamente all’ordine del giorno, con situazioni spesso diverse tra loro e per le quali non sempre i farmaci riescono ad approntare il giusto rimedio

Leggere di una ragazza poco più che ventenne che muore per shock anafilattico, qualche minuto dopo aver mangiato in un ristorante, ha qualcosa di surreale e inspiegabile. Come si può accettare una morte così assurda?

Purtroppo non è un caso così isolato. In una settimana sono tre le persone decedute per cause simili, tre ragazze. Il secondo episodio in Inghilterra. Per una grave allergia al latte, una giovane donna ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie ed è deceduta in pochi istanti.

Il terzo è costato la vita ad una quindicenne. Mentre si trovava a casa di amici, notando una confezione di biscotti simili a quelli che mangiava abitualmente, ha deciso di prenderne qualcuno, non immaginando la reazione mortale. Non si è accorta che i biscotti contenevano burro d’arachidi a cui, purtroppo, era allergica. La ragazza è stata ingannata dal colore della confezione.

Forse fa notizia il decesso, mentre avvelenamenti per cause legate al cibo sono silenziosamente all’ordine del giorno, con situazioni spesso diverse tra loro e per le quali non sempre i farmaci riescono ad approntare il giusto rimedio. Ma questa non può chiamarsi fatalità.

Qualcosa è cambiato nel nostro organismo. Prima i nostri genitori potevano ingerire qualsiasi cosa, al massimo soffrivano ogni tanto di un passeggero bruciore di stomaco. Ora siamo tartassati da cento allergie e da migliaia di intolleranze. E a queste si accompagna l’intolleranza peggiore: l’indifferenza di chi non le vive in prima persona, delle persone meno sensibili ai problemi altrui.

E’ una questione che conosco bene. Diversi anni fa ho scoperto di essere celiaco. Una patologia facile da gestire quando sei dentro casa, molto più complessa quando cerchi di fare una normale vita sociale. La celiachia non è contagiosa ma chi sta vicino ad un soggetto celiaco rischia di diventare molto pericoloso per chi soffre di questa patologia. Eppure basterebbe un po’ di conoscenza per chi si trovi a gestire dei cibi senza glutine e un po’ di sensibilità per tutti gli altri.

Ognuno di noi è costantemente bombardato da migliaia di informazioni, tra cui spesso le immani futilità che spopolano in rete, ma non si riescono ad occupare cinque minuti del proprio tempo per leggere le indicazioni necessarie per la corretta preparazione di un pasto sicuro.

Queste ragazze sono vittime due volte: dell'allergene e della superficialità che ci circonda. Vittime di quello scanzonato “anche se ne mangi un po’ chissà che male potrà mai farti…”

Le tre famiglie hanno deciso di raccontare questi episodi affinché non accada più. Condividere il dolore per esortare tutti a non sottovalutare ogni forma di allergia o intolleranza. Bisogna parlarne senza reticenze o paure. Il problema è sempre più diffuso ma purtroppo ancora molto sottovalutato, anche da chi è costretto a conviverci.

Ci vuole maggiore attenzione nell’ambito della sicurezza alimentare per garantire a tutti di vivere una vita serena e sociale. Il mio nemico si chiama glutine ma la mia vera intolleranza è nei confronti di chi non sa e non ha la curiosità di sapere. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il blog di Franco Parlavecchio - Quando un'allergia diventa fatale, tre assurde morti in una settimana. Il nostro organismo è cambiato..

PerugiaToday è in caricamento