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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Biblioteca umanistica, l'Udu: “Si intravvede uno spiraglio, ma non abbassiamo la guardia”

Biblioteca umanistica ex Gelsomini. “S’intravvede uno spiraglio, ma non abbassiamo la guardia”. Lo sostengono convintamente i rappresentanti degli studenti

Biblioteca umanistica ex Gelsomini. “S’intravvede uno spiraglio, ma non abbassiamo la guardia”. Lo sostengono convintamente i rappresentanti degli studenti.

Intanto la seduta del senato accademico ha sancito un correttivo: potrebbe trattarsi di un pannicello caldo, o forse costituire un primo elemento di fattiva disponibilità. Le rappresentanze delle componenti coinvolte nell’emergenza biblioteche sono riusciti a intavolare un dialogo proficuo con l’amministrazione. Le criticità legate alla carenza di personale sono in parte rimosse, almeno momentaneamente. La soluzione provvisoria tende a mantenere l'erogazione del servizio, con l’impegno a garantire l’apertura pomeridiana, fino alle ore 19, delle biblioteche più frequentate.

“Questo compromesso, pur non dando una risposta esaustiva alla problematica, ci sembra sufficiente come soluzione di breve termine alla situazione emergenziale” ha dichiarato Michelangelo Grilli, senatore accademico dell’UdU. Ma l’obiettivo resta quello di pervenire al completo ripristino del servizio.

Oggi saranno in corso incontri per la messa a punto dei dettagli del piano.

Non un nuovo Sessantotto, ma la giusta rivendicazione del diritto allo studio.

Dice Angela De Nicola, coordinatrice dell’UdU Perugia “La nostra azione di protesta ha dato evidentemente i suoi frutti, l’amministrazione ha dimostrato la volontà di ascoltare la voce degli studenti. Per questo e per il clima di collaborazione che abbiamo trovato al tavolo tecnico, abbiamo deciso di dare un segnale di distensione proclamando lo scioglimento dell’assemblea permanente”.

La protesta studentesca, sotto forma di autogestione, garantisce il servizio fino alle 22:00, escludendo la permanenza in biblioteca negli orari notturni.

Vengono in mente gli “scioperi alla rovescia”, inventati da Danilo Dolci, sodale del nostro Capitini. Non un sessantotto da voto politico o esame collettivo, ma un 2019 improntato a voglia di studiare. Un esempio da seguire, nella città nonviolenta di Aldo Capitini. Che era solito affermare come la nonviolenza non fosse “remissività”, ma lotta. Proprio come quella che fanno gli studenti in questo momento.

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