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Nell'anno della pandemia da Coronavirus l'Università di Perugia segna un +39% nelle immatricolazioni: prima in Italia

Tra gli investimenti coraggiosi in fatto di diritto allo studio c'è l'innalzamento della no-tax area fino a 30 mila euro per andare incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà

Nell'anno della pandemia e delle lezioni al pc, l'Università di Perugia registra un +39% di immatricolati ed è l'ateneo con l’incremento maggiore in Italia. Il rettore Maurizio Oliviero: "La nostra innovazione sono i giovani. Investimenti, ammodernamento e internazionalizzazione i punti di forza dell’ateneo".

Quello che poteva rivelarsi un anno difficilissimo per le università italiane a causa del Covid-19 si è trasformato, contrariamente alle aspettative, in uno straordinario boom: l'Umbria, secondo l’Osservatorio, con un +39%, la regione che ha registrato il maggiore incremento delle immatricolazioni rispetto ai dati dell’anno precedente, davanti a Liguria (+25%) e Sicilia (+13 per cento). L’Università degli Studi di Perugia, in particolare, è l’Ateneo che ha ottenuto, in Italia, l’aumento percentuale maggiore del numero dei suoi immatricolati. Seguono, nell’analisi, Camerino e Foggia (+32%), Genova (+25%), Novedrate e-Campus e Messina (+22%). 

"Credo che i risultati positivi ottenuti dall’Università degli Studi di Perugia possano essere spiegati da almeno quattro fattori – ha commentato il professor Maurizio Oliviero, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, il cui intervento è stato riportato integralmente nel rapporto a illustrazione dei dati – Il primo riguarda l'investimento coraggioso che il nostro Ateneo ha fatto sul diritto allo studio, innalzando la no-tax area fino a 30 mila euro per andare incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà, che hanno potuto così continuare ad assicurare l’esperienza universitaria alle loro figlie e ai loro figli". 

In secondo luogo "è emersa la capacità di ammodernamento del nostro Ateneo che, a inizio lockdown, in una settimana, grazie al personale tecnico-amministrativo e al corpo docente, ha spostato online tutta l’attività didattica - ha proseguito Oliviero - Terzo fattore è l’internazionalizzazione: in un momento di ‘chiusura’ e distanziamenti, abbiamo promosso corsi internazionali a doppio titolo.  Il quarto elemento, ma certamente non in ordine di importanza, è costituito dai giovani, ai quali tradizionalmente in Italia siamo restii ad affidare ruoli di responsabilità".

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