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San Francesco, Mattarella: "No a logiche di guerra, serve dialogo"

Il presidente ha acceso la lampada "dedicata" a vittime ed eroi del Covid: "La responsabilità ha prevalso"

Il presidente Mattarella arriva a piedi alla basilica superiore di Assisi, attraversa la piazza salutando i bambini delle scuole del territorio. Prende posto in prima fila, vicino a lui i ministri Lamorgese e Garavaglia, nell'altra fila anche il ministro Giovannini. A lui il compito di accendere la lanterna in occasione della festa di San Francesco. Un'occasione eccezionale, quest'anno, senza una Regione a offrire l'olio che la alimenterà fino al prossimo anno, ma la Fondazione Opera Santi Medici. Un gesto per ringraziare coloro che hanno aiutato a superare la pandemia e per ricordare chi è venuto a mancare a causa del Covid. A conclusione della cerimonia, il suo discorso alla nazione. "Non abbiamo portato il dovuto rispetto alla natura che ci è madre. Oggi la Chiesa cattolica ricorda e celebra san Francesco. Di Francesco la figura, la vita e la testimonianza rivestono un significato profondo, non soltanto per i credenti" ha sottolineato.  Il presidente della Repubblica ha ricordato che "il Parlamento della Repubblica ha voluto riconoscere il 4 ottobre come momento dedicato ai valori universali di cui San Francesco e Santa Caterina, patroni d’Italia, sono espressione, qualificando questa giornata come “solennità civile e giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra appartenenti a culture e religioni diverse”. "La pandemia non è definitivamente sconfitta, anche se l’azione dei vaccini e la risposta responsabile degli italiani ne hanno frenato l’espansione, ridotto grandemente la pericolosità e salvato la vita a decine di migliaia di persone - ha aggiunto ancora in un altro passaggio del suo intervento-  Occorrerà ancora intelligenza collettiva e responsabilità".
E parlando del contesto attuale: "Dobbiamo riparare, restituire.  E’ la grande urgenza della nostra epoca. E non abbiamo altro tempo oltre questo. E’ un compito che riguarda tutti noi - nessuno è irrilevante - nessuna buona opera è inutile. E’ un compito che va svolto insieme". 
 "Il Papa, che per primo ha scelto il nome di Francesco - e a cui rivolgiamo da Assisi un deferente e riconoscente saluto - ci ha offerto una chiave di interpretazione e di impegno parlando di “ecologia integrale”. E’ proprio questa la sfida" ha chiarito il Capo dello Stato.  "Equilibrio ambientale da ricomporre; giustizia sociale da perseguire rimuovendo gli ostacoli che le contingenze frappongono; diritto di ogni donna e di ogni uomo a sviluppare appieno la propria personalità. Con la sua vita, con le sue rinunce, divenute pienezza, san Francesco aveva compreso in anticipo e si è posto alla testa di quanti vogliano condividere questa visione di salvezza per l’umanità. I gesti compiuti oggi in questa Basilica non rappresentano, quindi, un rituale. Corrispondono alla consapevole rivendicazione del cammino che la Repubblica ha saputo compiere con la ricostruzione nazionale e lo sviluppo dopo la dittatura e la guerra, consolidando democrazia e libertà, portando nel mondo il contributo di un Paese operoso, creativo, aperto alla cooperazione e all’incontro tra le culture. Sono gesti che avvertiamo come un vincolo morale, per esprimere l’assunzione di valori e di criteri di vita" ha concluso. In riferimento alla crisi russa: "Pace, libertà, giustizia, democrazia si difendono con strumenti di pace, di libertà, di giustizia, di democrazia. I mezzi sono parte dei fini; e devono essere con essi coerenti". E ancora: "Non ci arrendiamo alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni. Che sta rendendo il mondo più povero e rischia di avviarlo verso la distruzione".
Intorno alle 12 il presidente è ripartito dopo una breve visita privata alla tomba del Poverello poi una ulteriore tappa a Santa Maria degli Angeli per visitare la Porziuncola. Il prossimo anno l'olio votivo sarà offerto dalla Valle d'Aosta. 

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