Assisi, cittadinanza onoraria per la pace: i toccanti messaggi dei sopravvissuti italiani alla Shoah
Emozionante cerimonia nella Sala della Conciliazione in Comune: ringraziamenti al sindaco Proietti anche dalla senatrice a vita Liliana Segre e dagli altri sopravvissuti che non sono riusciti a presenziare
EDITH BRUCK:
Edith Steinschreiber, in arte Bruck, nasce a Tiszabercel, un piccolo villaggio ungherese ai confini della Slovacchia. È l'ultima dei sei figli di una povera famiglia ebraica. Conosce, fin dall'infanzia, l'ostilità e le discriminazioni che nel suo Paese, come nel resto d'Europa, investono gli ebrei. Nella primavera del 1944, a tredici anni, dal ghetto di Sátoraljaújhely viene deportata ad Auschwitz e poi in altri campi tedeschi: Kaufering, Landsberg, Dachau, Christianstadt e, infine, Bergen-Belsen, dove verrà liberata, insieme alla sorella, nell'aprile del 1945. Non faranno ritorno la madre, il padre, un fratello e altri famigliari. Con l'opera “Chi ti ama così” Bruck inizia la sua carriera di scrittrice e testimone della Shoah.
Il messaggio - "Alla Signora Sindaca, alle autorità, ai frati francescani e cittadini di Assisi. Per impegni irrinunciabili purtroppo non posso essere con voi. Dire che mi dispiace è ben poco dato il mio affettuoso legame con Assisi di lunga data; San Francesco era un esempio anche per mio marito agnostico Nello Risi. Assisi era la città dove avremmo dovuto passare la nostra ultima vacanza insieme ma l' ingresso della Basilica crollò. Se mio marito fosse ancora con me, sarebbe anche lui orgoglioso di sapermi cittadina di una città che forse mi avrebbe salvato la vita, come fece per diversi ebrei nei tempi più bui con fratellanza e umanità francescana. Anche adesso la città di Assisi dovrebbe essere un modello per affrontare l’attuale antisemitismo e il dialogo interreligioso e la convivenza pacifica. Francesco è il nome giusto anche per Papa Bergoglio che è venuto a trovarmi, chiedendo perdono per
la Shoah del popolo martire a cui appartengo. Un abbraccio collettivo e infinite grazie. Edith Bruck".