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Le pietre di Perugia parlano… alla Galleria CEC di via Bruschi. Uno spazio in dimensione glocal

Le pietre di Perugia parlano… alla Galleria CEC di via Bruschi. Uno spazio in cui arte e cultura, poesia e storia dialogano in una dimensione glocal. Global la qualità e il target, local la cultura linguistica e antropologica in cui si esprime una persuasa peruginità.

Il CEC, Centro Espositivo-Creativo-Culturale si propone la mission di proporre occasioni di dialogo fra le arti in chiave di riconosciuta qualità.

Carlo Timio e Daniele Buschi, soci-gemelli vocati alla comunicazione di rango, hanno individuato il tema “La voce delle pietre”, sviluppato in chiave polivalente.

Davide Tassi, front man della Perugia Big Band, ha dato un saggio della sua abilità di performer, cantante e musicista (armonica a bocca).

La peruginità ha chiamato in causa il nostro Inviato Cittadino che ha presentato il “racconto di tre tipi pietre”. Il travertino della Porta Eburnea, III secolo a. C. (pochi passi sotto la sede de CEC), la Petra Iustitie (1234) di età Flavia e il marmo di Carrara, materia della scultura di Giuseppe Frenguelli (1856-1940), nudo femminile, adagiato su un giardinetto, al civico 15 di via Maria Alinda Bonacci Brunamonti.

Uno stacco dell’ottimo Tassi e poi la poesia di Claudio Spinelli che insegna il modo giusto per ascoltare la voce delle pietre della città Grifagna. Lettori di rango, gli attori Leandro Corbucci e Gian Franco Zampetti, custodi del dónca e della peruginità. Commenti partecipati di Nello Spinelli, fratello minore del grande Claudio e ispiratore del volume “Spinelli lirico. Percorso poetico perugino in 100 passi” di Sandro Allegrini.

Quindi le splendide opere di Attilio Quintili, buccheri “esplosivi” e la scopertura di “Pietraviva” di Daniele Buschi.

Il tutto condito con momenti di condivisione e amicizia. Attesissimo, e applaudito, l’intervento dell’Assessore Leonardo Varasano che si è complimentato per la nascita di uno spazio di attiva interlocuzione fra lettere e arti. Un luogo di per sé evocativo e di forte suggestione, radicato nell’identità etrusca e medievale (ben due i pozzi all’interno di quel prezioso ambiente). Un luogo, insomma, dove recarsi per dialogare con quanto resta di un mondo antico la cui eredità siamo chiamati a custodire.

Presenti il Direttore Aba Emidio De Albentiis, il poeta Francesco Curto, l’artista Mamo, la poetessa e pittrice Serena Cavallini, il pittore Ferruccio Ramadori e il meglio dell’intellettualità perugina.

Prossimi appuntamenti ai quali sarà impossibile mancare.


 

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