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Martedì, 19 Marzo 2024
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Perugia vince ancora, il progetto di restauro della Fonte di San Francesco vince il concorso Art Bonus

L'associazione Pro Ponte e l'azienda Palmerini Group sono i primi mecenati per un intervento che ha sbaragliato la concorrenza nazionale

Perugia vince ancora il concorso nazionale “Artbonus Progetto dell’anno”, questa volta con la Fonte di San Francesco dopo la vittoria del 2018 con Palazzo Dei Priori e la menzione d'onore per il restauro del teatro Morlacchi, nel 2019.

“La scelta di presentare al Concorso Artbonus 2020 la Fonte di San Francesco è il merito e la volontà dei tanti cittadini di Ponte San Giovanni che si sono attivati per ridare vita a questo monumento - ha dichiarato il sindaco Andrea Romizi - A loro il merito di questa vittoria e la nostra riconoscenza. La doppia vittoria della città di Perugia nel 2018 e nel 2020 è il frutto di un impegno che ha visto coinvolte importanti realtà imprenditoriali, privati cittadini, associazioni culturali che hanno creduto nel progetto Artbonus Perugia, costruendo insieme un percorso di partecipazione, coinvolgimento e riappropriazione della città e della sua memoria”.

La Fonte di San Francesco, che prende il nome dal patrono d'Italia che nel 1202 si fermò presso la fonte a dissetarsi e lavarsi le ferite prima di essere portato in catene al carcere di Perugia, è stato il bene scelto dall’amministrazione per concorrere alla quinta edizione del concorso Artbonus. Il restauro della Fonte, voluto dal quartiere stesso che si è fatto promotore e mecenate attraverso l’associazione Pro Ponte e l’azienda Palmerini Group donando 15mila euro.

A supporto dei “ponteggiani” e di tutto il progetto Artbonus Perugia, diventato un caso nazionale per i molti fondi raccolti da parte di una singola città, per la sua creatività, per il grande senso di partecipazione diffusosi tra i cittadini, si è aggiunta una nuova campagna di comunicazione identificata dal claim #FannepArte.

Le prime notizie relative alla costruzione della fonte ci vengono tramandate da un manoscritto di Giuseppe Belforti, che la nomina già così nel 1297 e in cui ricorda che fu ordinato che si ristrutturasse la fonte: “in strada publica, qual vodit ad pontem S. Jannis in villa casa palie”. La fonte era alimentata da una sorgente, una volta purissima e ricca di virtù salutari, proveniente dal soprastante Montevile che doveva far parte di un complesso termale romano.

Da una delibera del Consiglio Comunale del 8 maggio 1871, risulta che la fontana, nonostante fosse già stata restaurata nel 1700, era nuovamente in rovina, poiché si dice: che l'acqua è stata usurpata e la fonte demolita, venga rivendicata e ripristinata all'uso pubblico.

Il suo aspetto era stato riadattato a pubblico lavatoio agli inizi del XX secolo, ma nel 1971 le fu restituito il vecchio splendore e la funzione di fonte nella parte anteriore lungo la strada e di vasca di accumulo a scopo irriguo nella parte posteriore e di lavatoio privato.

Restaurata dal Comune di Perugia nel 1991, la fonte ha una pianta quadrangolare irregolare a vasca unica larga 9,40 metri e profonda un metro. La facciata in mattoni termina superiormente con tre archi rovesci, culminanti nei punti di giuntura con quattro piccole guglie di forma piramidale in travertino. In basso si trovano una serie di lesene e marcapiani paralleli che incorniciano tre pannelli (quello alto in cemento, i due inferiori in mattoni): il pannello centrale alto presenta una lapide che ricorda la sosta di San Francesco presso la fonte nel 1202; i due pannelli mediani hanno altrettante formelle con una testa a bassorilievo dalla cui bocca sgorga, tramite una cannella in ferro, l'acqua che va a cadere in tre vaschette semicircolari in travertino. L'acqua in esubero cade a sua volta nella grande vasca rettangolare sottostante.

Fonte di San Francesco, il progetto di restauro vince il concorso Art Bonus

La facciata in mattoni termina superiormente con tre archi rovesci culminanti nei punti di giuntura con quattro piccole guglie di forma piramidale in travertino. in basso una serie di lesene e marcapiani paralleli incorniciano tre pannelli, di cui quello alto in cemento, i due inferiori in mattoni: il pannello centrale alto presenta una lapide, mentre i tre pannelli mediani hanno altrettante formelle con una testa a bassorilievo dalla cui bocca sgorga, tramite una cannella in ferro, l'acqua che va a cadere in tre vaschette semicircolari in travertino; da qui l'acqua in esubero cade a sua volta nella grande vasca rettangolare sottostante.

Dall'esame visivo la fontana si presenta in discreto stato di conservazione su tutto il prospetto, costituito nella parte bassa in laterizi. La parte sommatale intonacata, invece, presenta un leggero annerimento localizzato con maggiore intensità in circoscritte zone, derivante da deposito superficiale di polvere e materiale incoerente trasportato dal vento oltre che da smog.

Tutto il prospetto è interessato da erosione del materiale lapideo con isolati fenomeni di disgregazione e distacco dello stesso. Allo stesso modo i tre bacini in travertino sono interessati dallo stesso fenomeno di erosione, come pure le formelle soprastanti raffiguranti protome antropomorfe.

Sotto i tre rubinetti, in corrispondenza del paramento in laterizi, si nota uno sbiancamento del materiale lapideo con relativa formazione di patina biancastra generata da efflorescenza localizzata. Questa, in corrispondenza del bordo inferiore si presenta esfoliata specialmente dove il materiale risulta imbibito.

Contestualmente si nota la formazione di patina biologica si in questa zona, sia in corrispondenza dei bacini in travertino. La stessa patina, ma sotto forma di muschio, di colore verde chiaro e scuro, si nota nella parte intermedia all'altezza della zona in cemento, nella parte sommatale costituita in laterizi e nella parte inferiore all'altezza del grande bacino di raccolta dell'acqua (che si presenta vuoto come le tre vaschette) Il fondo della vasca è anch'esso interessato da deposito di microflora algale.

L'intervento previsto per il restauro/manutenzione straordinaria dell’opera consiste nelle seguenti fasi operative: Stuccatura e microstuccatura in presenza della fessurazione; Operazione di pulitura con idrosabbiatura a base di bicarbonato e magnesio ad acqua calda a bassa pressione pulizia generale prospetto e pavimentazione; Trattamento di arresto ossidazione di elementi in ferro; Formazione di bauletti testata al muro; Trattamento finale protettivo impermeabile; Impianto di illuminazione esterna.

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