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INVIATO CITTADINO Cavi in brutta vista in prossimità della Porta dei Tei

Uno spettacolo indegno. Tanto più dopo il restauro

Cavi in prossimità della Porta dei Tei. Uno spettacolo indegno. Tanto più dopo il restauro. Finanziato da un’azienda perugina, sensibile alla conservazione e alla tutela di beni storico-archeologici a forte caratura identitaria.

Quei cavi a ciondoloni costituiscono una rappresentazione di sciatteria che si vorrebbe non vedere. Sia in prossimità dell’Arco della Pesa, sia procedendo lungo via Pinturicchio, quei fili a penzoloni costituiscono una vista insopportabile. Almeno per chi ami e rispetti la città.

Matasse di filo, lasciate a mezza altezza. O, in parecchi casi, srotolati fino al livello del passaggio delle persone lungo il marciapiede. Si tratta di elementi appartenenti al cablaggio per la fibra, messi lì e inutilizzati. Qualcosa di veramente inaccettabile. Un accrocco di cavi elettrici, telefonici… in libera uscita. 

FOTO - Cavi in brutta vista in prossimità della Porta dei Tei

Confronto improponibile rispetto alla cura impiegata dai restauratori della Porta. I quali hanno chiesto la collaborazione della ditta Cosmos per inserire i cavi in canaline di rame che col tempo acquisiranno il classico colore bruno.

Altro orrore è costituito da box residui di contatori provvisori, collocati in occasione di lavori per forniture elettriche temporanee. Ve ne sono di varie fogge, colori e dimensioni. Altri per la telefonia. Non meno orrendi. Parola d’ordine: rimuovere.

Si muova il Comune di Perugia cui spetta la tutela della dignità e della bellezza. Si direbbe della storicità, che è valore alto e indefettibile.

Si mettano in mora gli inadempienti, soggetti privati o società di servizi. Si faccia in modo che questa vergogna venga prontamente cancellata.

PS: S’impone anche la ripulitura della facciata della Chiesa di S. Maria Nuova, proprio lì vicino. È una delle più antiche di Perugia. Contiene (o meglio conteneva) capolavori di arte e di fede, spesso “appoggiati” ad altri luoghi, come la cattedrale o il Museo Diocesano.

La gente della parrocchia di Santa Maria Nuova reclama ciò che è suo

Si pensi alla rarità dell’altare degli Ultramontani, dedicato agli studenti stranieri ospiti della nostra città universitaria. Una prima sommaria ripulitura della doppia scalea è stata effettuata “curis et impensis” del borgarolo Carlo Valiani. È giunto il momento che la mano pubblica, la curia o chiunque altro si metta una mano sulla coscienza e un’altra al portafogli.

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