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Anche gli archeologi italiani chiedono tutela sui luoghi di lavoro per l'emergenza sanitaria nazionale

Sette associazioni di categoria lanciano un appello al Governo italiano affinché siano rispettate le prescrizioni DPCM nei cantieri

Anche le associazioni di categoria degli archeologi italiani lanciano un richiamo al Governo affinché entrino in vigore le giuste tutele per i lavoratori del settore. Si tratta di tanti professionisti che quotidianamente operano su tutto il territorio nazionale in cantieri di ogni tipo.

Riportiamo per intero il comunicato diffuso consgiuntamente da: Associazione Nazionale Archeologi, Legacoop Produzione e Servizi, Assotecnici, Confederazione Italiana Archeologi, Archeologi del Pubblico Impiego - Mibact,
F.A.P. Federazione Archeologi Professionisti e Archeoimprese.

Le sottoscritte Associazioni, in questi giorni di provvedimenti straordinari che hanno portato alla temporanea chiusura di molti servizi ed esercizi economici non essenziali ,ma non delle attività industriali tra cui i cantieri in cui operiamo, nel valutare con apprensione la situazione di archeologi e imprese specializzate che a vario titolo operano sul campo, chiedono che si vigili affinché anche nei cantieri pubblici e privati in cui si svolgono attività archeologiche vengano rispettate tutte le prescrizioni di cui ai DPCM in modo attento e scrupoloso.

Ministero MiBACT, professionisti e imprese specializzate di archeologia hanno operato e devono operare per rendere sicuri i luoghi di lavoro, informando correttamente i lavoratori per tutelare la salute di tutti ed applicando, se possibile, le attività di smart working: pertanto chiediamo che i cantieri terzi in cui spesso operiamo, siano resi sicuri, idonei e tutelati da adeguati e aggiornati PSC. In questo auspichiamo la massima collaborazione da parte di tutti, in primis di Committenze, Direzione Lavori e Coordinatori della Sicurezza in fase di Esecuzione.

Dal punto di vista della tutela del patrimonio, vista la Circolare del Segretario Generale n° 16 del 10 marzo 2020 che contempla le missioni per esigenze indifferibili e nel rispetto delle norme di cui ai DPCM, si ritiene che vadano resi congruenti e univoci i criteri di autorizzazione da parte dei Soprintendenti e che i limiti alle attività ispettive e di controllo non comportino rischi per il patrimonio o eccessivi carichi di responsabilità sui funzionari o sugli operatori.

Allo stesso modo, qualora non fosse possibile garantire, da parte degli organi ministeriali preposti alla tutela, l’adeguato svolgimento delle attività di ispezione e di Direzione Scientifica, sarà necessario interrompere gli interventi di tipo archeologico, con conseguente sospensione o rimodulazione dei lavori in corso.

Se le committenze non saranno in grado di garantire il rispetto delle normative di sicurezza, i professionisti e le imprese specializzate presenteranno formale istanza di sospensione dell’attività con valore per l’attivazione degli ammortizzatori sociali e senza ricadute sanzionatorie in termini di contratto. È necessario non scaricare la responsabilità sui professionisti e sulle imprese specializzate e che lo Stato si assuma l’onere del controllo del rispetto di dette normative sui cantieri attraverso controlli straordinari, condotti con il massimo rigore e serietà.

Riteniamo indispensabile stabilire fin d’ora, di concerto con il Governo, misure di sostegno e salvaguardia delle imprese e dei loro dipendenti, nonché dei professionisti, con azioni quali il ricorso agli ammortizzatori sociali, forme di alleggerimento delle scadenze fiscali e contributive, sostegno e accesso al credito in concorso con ABI, sospensione delle vertenze e degli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate.

Auspichiamo infine che siano prese misure organiche e lineari sull’intero territorio nazionale, al fine di non danneggiare, seppur in totale buona fede, alcuni territori rispetto ad altri, pertanto chiediamo con forza che singole azioni in materia di sicurezza sul lavoro e di sostegno a livello regionale o sub-regionale attivate in precedenza siano estese all’intero territorio nazionale.

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