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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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È perugino il più importante allevatore della razza Bullmastiff e spiega il perché del suo successo

Il principe degli allevatori dei Bullmastiff è un perugino che risponde al nome di Giampiero Amandoli. E che fa man bassa di premi nelle competizioni nazionali e internazionali

Pochi sanno che, nel film  Rocky 1 e 2,  il cane di Stallone “Birillo” era un Bullmastiff. Che la cantante Christina Aguilera ha un Bullmastiff di nome Cocoa. Che Robbie Williams possiede un Bullmastiff di nome Duke, che non poteva mancare alle sue nozze. I discendenti d’Euliste devono sapere che il principe degli allevatori dei Bullmastiff è un perugino che risponde al nome di Giampiero Amandoli. E che fa man bassa di premi nelle competizioni nazionali e internazionali.

Dichiara Giampiero: “Preciso che nella selezione del cane, oltre la salute, curo molto il lato caratteriale, che deve essere sempre rispettoso e ubbidiente verso tutti i componenti della famiglia”.

Ma non è un mastino da guardia e da difesa?

“A quelli che vogliono un animale senza anima, solo un freddo e implacabile guardiano, consiglio di orientarsi verso un sistema di allarme...”.

Mi spiega in che modo vi differenziate da altri allevatori?

“Da noi, i cuccioli, come succede anche in natura, nascono con parto naturale e rimangono dalla nascita, e fino ad almeno due  mesi  di vita, sempre insieme alla  madre (abitudine seguita, purtroppo, da pochi allevatori). Essa, con ferrea fermezza, li educa, insegnando loro il rispetto e i ruoli, accompagnandoli giorno dopo giorno verso lo svezzamento”.

Si tratta di una scelta così importante?

“La madre, e solo lei,  possiede  i codici per  insegnare tutto, trasmettendo   l'autostima, che è necessaria, e che rimarrà come solida qualità  per tutta la vita. Ma, soprattutto,  questa scelta consente di effettuare  correttamente il difficile (e per certi versi traumatico) passaggio dal branco canino al  ‘branco’ umano”.

Quali i benefici?

“Il metodo da noi adottato, anche se questa razza è già speciale di suo, è fondamentale per avere poi un Bullmastiff che, una volta diventato adulto, sarà dolce, rispettoso, forte, coraggioso, e soprattutto equilibrato, pensando e ragionando sempre, prima di compiere qualsiasi tipo di azione”.

La storia della razza?

Amandoli si sofferma nello spiegare la “creazione” del Bullmastiff, attraverso accoppiamenti di cani molossoidi, fino all’incrocio fra Bulldog e Mastiff.

“Solo dopo il 1924 – aggiunge – il Kennel Club ha dato il riconoscimento ufficiale alla razza. Ma non prima del 1928 è stato concesso di partecipare ai Concorsi certificati e disciplinati da Kennel inglese”.

Farà piacere ai perugini sapere che, anche nella recente kermesse canina di Bastia, Giampiero Amandoli ha stupito per la qualità dei suoi cani. Conclude l’intervista dichiarando: “Un Bullmastiff non basta comprarlo: bisogna… meritarselo!”.

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