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Bollette alle stelle, l'allarme dei gestori: le piscine di Perugia rischiano la chiusura

Aldo Consolo (Gryphus Sporting Club), Mauro Brugnoni (Lacugnana e Pellini) e Antonello Volpi, Azzurra Nuoto (Ponte San Giovani) spiegano la preoccupante situazione causata dai costi energetici impossibili da sostenere e ricordano l'importanza sociale degli impianti natatori

Allarme rosso per le piscine comunali di Perugia, che rischiano la chiusura. Lo scorso 21 Settembre i gestori dei quattro impianti natatori di proprietà del Comune di Perugia Gryphus Sporting Club, Lacugnana, Pellini e Ponte San Giovanni hanno inviato una lettera all'amministrazione comunale lanciando un grido d’allarme.

“Si rende noto che a partire dal giorno 1° dicembre 2022 e fino al giorno 1° marzo 2023 le suddette società sportive non saranno più in grado di garantire i servizi a causa dell’aumento delle bollette di energia elettrica e metano, che, nel periodo da settembre 2022 a febbraio 2023, aumenteranno complessivamente la spesa di almeno un milione di euro per tutti e quattro gli impianti natatori. Il conseguente e inevitabile sbilanciamento costi-ricavi, in mancanza di contributi economici da parte delle Istituzioni, ci permetterà quindi di garantire la regolare apertura degli impianti sino alla data del 30 novembre 2022, assumendoci il rischio d’impresa per garantire il servizio agli utenti almeno per questo periodo”.

Il rischio concreto, dunque, è che a partire dal primo dicembre e perlomeno fino a Marzo 2023 migliaia di perugini di tutte le età e le fasce sociali dovranno rinunciare a un luogo di sport, benessere fisico e anche sociale per alcuni, di primaria importanza. Ce lo confermano le voci dei gestori degli impianti, che abbiamo sentito uno per uno.

Aldo Consolo (Gryphus Sporting Club): "Si mobiliti con noi anche la cittadinanza"

La storica piscina di Madonna Alta ha già iniziato ad avvisare gli utenti che non garantirà l'apertura nei mesi invernali, tanto che per andare incontro agli abbonati non si propongono abbonamenti trimestrali o annuali, ma solo fino al 30 Novembre:

“Il timore è generale - spiega Aldo Consolo -, ci siamo incontrati con i gestori delle altre piscine cercando di sollecitare in modo concreto le Istituzioni: Comune, Privincia, Regione. Non siamo più in grado di gestire i costi, le bollette del gas sono sei volte più care della norma. Ad esempio, se nei mesi invernali spendevamo 7-8 mila euro al mese per il gas (riscaldamento ambienti e acque), adesso siamo passati a 28-30 mila. Abbiamo bisogno che anche i nostri utenti si muovano con noi a sollecitare le istituzioni: consideri che in questo impianto passano circa 5-600 persone al giorno. Il nuoto è uno sport stupendo, la nostra nazione raccoglie medaglie a livello europeo e non solo. Ma con questa situazione tantissimi impianti si vedono costretti a chiudere. Per quello che ci è possibile stiamo facendo di tutto per venire incontro all’utenza, non vogliamo lucrare, vogliamo solo riuscire a pagare le utenze. Ma ora è il momento che si muova chi di dovere”.

Mauro Brugnoni Amatori Nuoto (Lacugnana e Pellini): "Gli utenti faticano a capire che non siamo noi responsabili degli aumenti)

Molto amareggiato il dirigente della Amatori Nuoto perugina, Mauro Brugnoni, che denuncia l'incomprensione da parte di molti utenti delle due piscine in gestione, Pellini e Lacugnana, davanti alla necessità di rincarare i prezzi degli ingressi e di non poter garantire su quello che sarà nel prossimo inverno:

"Chiaramente non è un problema delle piscine di Perugia, ma è nazionale. Il fatto di essere usciti con una richiesta di aiuto al Comune che è proprietario degli impianti era un atto dovuto. Vogliamo sensibilizzare istituzioni ad aiutarci. E’ impensabile pensare di continuare a gestire impianti che fanno un’attività sociale e non commerciale senza un sostegno valido. La proiezione delle due piscine che gestiamo noi è da un costo per utenze di 250.00 euro nel 2019, ai quasi 900.000 di quest’anno. La cosa che più mi stupisce è che in questi giorni siamo stati aggrediti verbalmente da molti utenti, come se fossimo noi i responsabili degli aumenti, come se non venissimo incontro alle esigenze delle persone. Ma se chiudiamo, siamo noi i primi noi a restare senza lavoro.  Detto ciò, credo che non sia solo un problema di piscine. Chiudono aziende, attività. Non è pensabile che un impianto molto energivoro come la piscina possa far fronte a un aumento delle utenze di 7-8 volte rispetto a quello di prima. Dipenderà dunque dalle istituzioni, da come si muoveranno e da che importanza daranno all’attività sportiva in particolare il nuoto, se riusciremo a rimanere aperti nei mesi invernali. Saremmo i primi ad essere contenti se riuscissimo a non chiudere. Già per i mesi di ottobre novembre, se non viene messo a disposizione un contributo, saranno durissimi. Per questo pensiamo di chiudere nei mesi più freddi: dicembre gennaio e febbraio. E’ come se dovessimo gestire 3 piscine e più con i ricavi di 2. I prezzi stanno continuando a salire… i nostri conteggi sono anche sottostimati. Va detto che in altri Comuni, come ad esempio nelle Marche, sono state investite risprse per questo problema, con le amministrazioni che contribuiscono coprendo la differenza di aumento di costo: questo è un atteggiamento responsabile. Per quel che ci riguarda, dovremmo aumentare del 50% tutti i costi per gli utenti. Così in pochi potrebbero permettersi l’accesso alle piscine. La soluzione per noi è solo avere un sostegno da parte delle istituzioni perché non siamo concorrenziali. Non si possono mettere tutti gli impianti sportivi sullo stesso piano. Purtroppo queste considerazioni non sono state fatte dalle istituzioni, mi auguro che presto di trovi una soluzione”.

Antonello Volpi, Azzurra Nuoto (Ponte San Giovani): "Ci stiamo dimenticando le categorie più fragili, per cui la piscina è fondamentale"

Infine Antonello Volpi, che a capo di Azzura Piscine gestisce ben 10 impianti in tutta l'Umbria e ha già dovuto chiudere per lo stesso motivo quella di San Giustino, si dichiara allarmato per le categorie fragili che hanno come punto di riferimennto l'attività in piscina, oltre che per i circa 120 dipendendenti della gestione:

"Prima di chiudere faremo tutti i possibili tentativi per evitarlo. Comuni, province, regione, lo Stato, l’Europa: interpelleremo tutti. Al di là delle volontà, è un semplice conto matematico: quando non ci sono i soldi per pagare i conti, si chiude. O chiudiamo prima che si verifichi questa evenienza, cercando di limitare i danni, oppure chiuderemo indebitati, ma la strada è questa. Stiamo cercando inoltre di sensibilizzare l’opinione pubblica, che pare non rendersi conto del problema. La piscina è un ambiente di fondamentale importanza e non solo per l’agonismo: pensate alle categorie fragili, come gli anziani o i disabili. Ci sono persone alle quali se togli la piscina, togli la vita. Togli l’unica possibilità di fare un’attività al di fuori delle mura di casa. Una persona con disabilità mi ha detto: Non posso venire in piscina, non posso fare altro. Per questo mi sento in colpa, sento delle responsabilità ma non posso fare altro. Le condizioni delle piscine vanno mantenute al top e al 100% in linea con i riferimenti di legge, dove l’Asl viene ogni mese a fare dei controlli. Siamo quindi anche un ambiente super controllato. Altra nota grave che va considerata: Azzurra Piscine, oltre Ponte San Giovanni gestisce altri impianti con circa 120 persone che vi lavorano, di cui 70-80 con contatti a rimborso. Che ne sarà di loro, a casa senza indennità o cassa integrazione? Senza considerare che lavorano già con uno stipendio ridotto da due anni a causa del covid. Non abbiamo alternative, dobbiamo chiudere, o con i debiti o senza i debiti”.

La situazione delle piscine comunali rappresenta una delle tante problematiche connesse all'aumento incontrollato dei costi per l'energia, costi che abbattendosi su imprese e infrastrutture, si riverberano inevitabilmente sui cittadini-utenti. E appena usciti da una pademia, con le conseguenze sociali drammatiche che ancora dobbiamo finire di contare, questa ulteriore problematica davvero non è incoraggiante.

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