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INVIATO CITTADINO Aeroporto e la 'nuova' scuola di volo: c'era già, ma l'hanno smantellata

Osserva l’ingegner Massimo Rigucci: “Sulle cose che ‘vanno male’ sono pienamente d’accordo. Ma qualche osservazione s’impone. Anche per fare chiarezza su aspetti storici dimenticati o ignorati”

Come al danno aggiungere la beffa. Sull’onda della notizia, rimbalzata anche nel TG3 Regionale dell'Umbria, s’impone qualche riflessione su scelte tardive e inopportune in materia di volo.

Si è detto che l'aeroporto San Francesco di Assisi va male. Che la Società di gestione dell'aeroporto, i cui vertici in scadenza saranno rinnovati, va male. Che il Piano Regionale dei Trasporti 2014/2024 è da rivedere perché va male come l'aeroporto, se non anche peggio. Dulcis in fundo, si è parlato  dell'iniziativa di aprire una scuola di volo all'aeroporto perché così almeno qualche cosa, forse, volerebbe.

Osserva l’ingegner Massimo Rigucci: “Sulle cose che ‘vanno male’ sono pienamente d’accordo. Ma qualche osservazione s’impone. Anche per fare chiarezza su aspetti storici dimenticati o ignorati”.

Scendiamo al dettaglio.

“Per quanto attiene al Piano Regionale dei Trasporti 2014/2024, dopo i disastri come la quasi-chiusura o riduzione di attività della FCU, mi sembra un po’ tardiva l'iniziativa di una revisione da parte di una giunta, arrivata quasi alla fine del suo mandato”.

E veniamo alla novità della scuola di volo.

“Per la scuola di volo, se la politica non avesse deciso diversamente ai tempi della Lorenzetti, esisteva già a Sant'Egidio, veniva gestita con ottimi risultati dal nostro storico Aero Club di Perugia (del quale sono stato socio per 40 anni) e formava pure gli allievi piloti dell'Alitalia, senza doversi rivolgere ad una scuola di volo inglese”.

Prosegue la consapevole diegesi dell’ingegner Rigucci.

“In questi giorni, dopo tanti anni, mi è capitato d’incontrare Giuliano Marchetti (un cognome storico in materia di volo, ndr) che era il direttore della scuola di volo dell'Aero Club di Perugia: un istruttore di alto livello, con 20 mila ore di volo, con il quale ho condiviso questi ricordi del bel tempo passato”.

Avete individuato o ricostruito la fine ingloriosa della preziosa Istituzione Aero Club?

“Veramente, questa storia della fine ‘poco gloriosa’ dell'Aero Club di Perugia l'ho vissuta di persona. Per portarlo alla sua fine, fu nominato un presidente che con il volo (almeno con quello umano), non c'entrava assolutamente niente”.

E allora come rimediarono? Insomma: come fecero a nominarlo in violazione delle norme?

“Siccome per fare il presidente occorrevano 3 anni di iscrizione come socio, trovarono chi si prestò a figurare. Lo ricordo perfettamente in quanto io ero, all’epoca, delegato per l'aeromodellismo”.

Come andarono i fatti?

“Dato che ero notoriamente ‘scomodo’ e poco incline ai compromessi, mi dimisero d’autorità”.

E lei accettò l’ingiustizia?

“Per niente! Andai a parlare con il Presidente dell'aero Club d'Italia che mi reintegrò nel mio ruolo”.

E a quel punto?

“Avuta soddisfazione, mi dimisi io stesso con una raccomandata dicendo  loro (‘nella fattispecie poco signori’) che, dopo 40 anni di assidua e fattiva appartenenza, me ne sarei andato con le mie gambe e non certo per loro iniziativa”.

E così finì tutto?

“Esattamente”.

E adesso hanno l’ardire di riproporre ciò che hanno distrutto?

“Misteri della politica”

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