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Addio a Giuliana Armati, amatissima collaboratrice scolastica della Leonardo da Vinci dell’Elce

Figura di riferimento di quella scuola, apprezzata da colleghi, docenti, alunni e genitori

Ci lasciato Giuliana Armati, amatissima collaboratrice scolastica della Leonardo da Vinci dell’Elce. Figura di riferimento di quella scuola, apprezzata da colleghi, docenti, alunni e genitori.

Aveva lavorato fin da giovanissima come sarta in casa, “sartina” diciamo noi a Perugia. Non per ridurne la professionalità, ma per significare che si tratta di una donna che non va in fabbrica o in laboratorio, ma sta a casa, cercando di conciliare i ruoli di moglie, madre e lavoratrice.

Dal matrimonio d’amore con Giuseppe Dagioni, per noi semplicemente Peppino, Giuliana aveva avuto due figli maschi, entrambi affettuosamente cresciuti, ispirando la loro educazione a valori di moralità e buona creanza. Li hanno mandati a scuola i loro ragazzi, Giuliana e Peppino, e ne hanno tirati fuori degli uomini laboriosi e perbene.

Dopo anni di artigianato in proprio, l’ingresso nei ruoli della scuola: la Leonardo, poco sopra casa. E qui Giuliana s’inserisce facilmente, facendosi apprezzare per le sue doti di operosità e di calda umanità. È abituata a lavorare duro. Dunque, non pulisce e basta, Giuliana, ma sceglie di adottare tutti quei figlioli che una volta stanno poco bene, e hanno bisogno di una camomilla, una volta hanno il male da interrogazione, un’altra hanno dimenticato il quaderno a casa e serve qualcuno che chiami la mamma perché lo porti. E Giuliana è lì, sempre disponibile. Anche a fare il caffè per il preside o le colleghe della segreteria. Sta nel gabbiotto d’ingresso, apre la porta a chi suona. Annuncia le visite, tiene in ordine, risponde al telefono. È una affidabilissima tuttofare e gli altri la lasciano fare. Anche troppo.

Poi c’è la campanella della ricreazione da suonare, il corridoio da sorvegliare, i bagni da sistemare che quei birboni li hanno ridotti un macello. E così Giuliana è sempre l’ultima a fare colazione.

È lei ad aprire (tanto sta lì a due passi!), è l’ultima a uscire (tanto ad arrivare a casa che ci mette!).

E intanto passano i giorni, arriva il momento della pensione. Tanto ci sono i nipoti ai quali dedicarsi, sebbene ormai cresciuti. E un po’ di riposo non fa male a nessuno.

Poi, malgrado la vita non risparmi qualche dolore, la piena maturità da godersi, dopo cinquanta anni di vita insieme. Sperando ancora in uno scampolo di serenità. Una bella festa, con gli amici, i parenti, figli, nipoti e tutti felici.

Finché arriva il maledetto virus che colpisce entrambi. Peppino resiste, Giuliana no. Oggi siamo in tanti a piangerla. Mentre l’accompagniamo, ma solo col pensiero, all’ultimo (indesiderato, ingiusto, insopportabile) viaggio.

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