Dilaga a macchia d’olio l’accattonaggio nell’acropoli, cittadini e negozianti tormentati dai questuanti
C'è chi chiede i soldi per un caffè e chi cerca di spillare denaro per pagare il parcheggio
Dilaga a macchia d’olio l’accattonaggio nell’acropoli. Cittadini e negozianti sono continuamente tormentati dai questuanti.
Accattoni e postulanti disturbano i passanti e, recentemente, hanno preso a entrare perfino nei negozi. È un fenomeno lamentato da operatori commerciali e da clienti.
In un esercizio del corso, nel giro di cinque minuti, abbiamo assistito a ben due richieste, civilissime, di aiuto.
C’è chi chiede i soldi per un caffè, c’è chi si limita a domandare cinquanta centesimi, contando sulla modestia della cifra per ottenere l’obolo.
Ma le richieste muovono anche da persone insospettabili. Ci sono un paio di signore, ben vestite e garbate, che chiedono educatamente un aiuto. Ma sono ormai figure inflazionate che non ottengono attenzione.
Un signore distinto ha chiesto dieci euro perché doveva pagare il parcheggio. Un altro si è finto figlio di un collega chiedendo cinquanta euro per “pagare una multa”. Ignorando che, da decenni, i vigili non trattano denaro.
Insomma: che sia lo specchio della crisi? Può essere. Ma siamo in molti a credere che parecchia gente, come si dice a Perugia, “ci marcia”.