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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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INVIATO CITTADINO I nostri riflettori puntati sull’albero di via Annibale Vecchi sollevano opposte opinioni

Oggi il responso sul destino della pianta

I nostri riflettori puntati sull’albero di via Annibale Vecchi sollevano opposte opinioni. Oggi il responso.

A proposito della “liberatoria”, sottoscritta dal Comune di Perugia, commenta Luigi Fressoia, Presidente della sezione perugina di Italia Nostra,

“Se il proprietario viene sollevato delle sue responsabilità (naturali), evidentemente se le assumerà sul groppone il firmatario”.

Risponde polemicamente l’ex assessore Claudio Bazzarri: “Sei il presidente di Italia Nostra, Associazione che si occupa dell'integrità del paesaggio... gli alberi secolari ne sono parte integrante”. E continua: “Il commento così come lo hai formulato non mi pare appropriato. Questi alberi su suolo pubblico o privato, se si considerano parte integrante del paesaggio e censito dal comune, lo stesso deve agire in modo di fare tutto il possibile per mantenerli in vita”.

S’inserisce Giorgio Corrado che polemizza: “Ci sono precise responsabilità politiche della allora Giunta comunale che ha messo in atto un comportamento di natura clientelare addossandosi l’onere della manutenzione di un bene privato. A che titolo?”.

Bazzarri spiega così il pregresso: “Nel febbraio 1994 venne pubblicato il libro, edito dal comune di Perugia, dal titolo ‘I grandi alberi della Città’, cioè gli alberi monumentali di Perugia. Censiva e descriveva gli alberi secolari che, presenti nelle vie e nelle piazze di Perugia, sono diventati parte integrante della bellezza del paesaggio urbano”.

Ragion per cui “Il Comune di Perugia decise che dovevano essere accuditi e curati come i monumenti di pietra. Per questa ragione si deliberò che manutenzione e cura dovevano essere affidati ad esperti e personale capace di far fronte ad ogni evenienza, trattandosi di grandi vecchi... Quel Pino d'Aleppo nel 1994 aveva 80 anni. Oggi ne avrebbe 108. Rivendico la mia responsabilità”.

Spiega Bazzarri: “La nostra di allora fu una scelta dettata dalla necessità di tutelare e curare l'integrità del paesaggio urbano di Perugia. Gli alberi secolari che furono censiti allora sono un patrimonio che va tutelato alla pari dei monumenti. Ci sono esperti che possono valutare la stabilità di un albero e se lo stesso può vivere anche nelle condizioni climatiche del nostro tempo”.

Ma ha senso affidare cura e tutela di una pianta a un Ente che non esiste più?

“Il Comune ha gli strumenti e i mezzi per prendere delle decisioni... La Comunità Montana Monti del Trasimeno è stata sciolta da almeno 5 anni e dunque il Comune dovrà provvedere alla rielaborazione della propria posizione in merito. Ci sono tecniche e tecnologie che possono sostenere la vita di un grande vecchio”.

Conclusione: “Il proprietario dovrà chiedere al Comune l’abbattimento o, viceversa, il Comune deve decidere se quell’albero risulta essere pericoloso”.

Invero il proprietario chiese l’abbattimento. E i titolari del villino del Papavero si attivarono per far rimuovere la situazione, da loro avvertita come pericolosa. Ma il consenso all’abbattimento fu negato.

Conclude Bazzarri: “Quindi la palla dovrà passare a esperti che dovranno dire se l’albero è sano e stabile... In ogni caso, tale decisione si impone perché privare la città di un tale monumento è una bella responsabilità”. 

Ribadisce l’architetto Luigi Fressoia, rispondendo all'ex assessore Claudio Bazzarri: “Non è in discussione la protezione di alberi e paesaggio, bensì la naturale responsabilità del proprietario, che nessuna lettera di un impiegato del comune può cancellare”.

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