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Venerdì, 19 Aprile 2024
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L'INTERVENTO - "I valori del 25 aprile per il rilancio del Paese, buona Liberazione"

Lettera aperta del segretario generale della Uil Umbria, Claudio Bendini, ai cittadini umbri

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del segretario generale della Uil Umbria, Claudio Bendini, ai cittadini umbri per il 25 aprile. 

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È già trascorso un anno da quel 25 aprile in cui avevamo espresso preoccupazioni e auspici per il futuro. A distanza di dodici mesi da quella Festa della Liberazione, eccoci di nuovo a riflettere sulla nostra condizione di italiani colpiti dalla pandemia, negli affetti, nel lavoro e persino nel tempo libero. Ora più che mai, non possiamo non tenere conto che la campagna vaccinale in atto, seppure tra luci ed ombre, lentezze e necessità di spinte in avanti, rappresenta il catalizzatore di tutti quegli auspici sin qui espressi. Presto l’Italia potrà gradualmente tornare alla normalità.

È una dura prova quella che stiamo vivendo, ma c’è la certezza che quanto di positivo dimostrato dagli italiani, con i loro sacrifici e la loro fiducia verso le istituzioni, sia in fondo un retaggio di quei valori che proprio da questa giornata, la Liberazione, trovano fonte e riferimento. In questi mesi ci siamo sentiti ‘ristretti’, ‘incarcerati’, ‘rinchiusi’, ‘limitati’, ‘costretti’, ‘obbligati’ a fare o non fare. Se il sentiment diffuso è stato quello della limitazione di libertà, però, vorrei rassicurare che non è mai venuta meno la sorveglianza per l’affermazione e la rivendicazione dei diritti irrinunciabili o la tutela della libertà individuale e collettiva. C’è un adagio secondo il quale la propria libertà finisce dove inizia quella dell’altro: in questa pandemia è stato necessario fare in modo che ogni comportamento fosse mirato a difendere sé stessi, ma anche il nostro prossimo, i più deboli e indifesi.

Ancora una volta, a dare il contributo più pesante sono stati gli stessi nonni e bisnonni detentori della memoria storica nazionale, coloro hanno vissuto sulla loro pelle anni di oppressione, paura e dittatura. Quei valori a cui tutti oggi teniamo e a cui ci aggrappiamo, sono il frutto di quel periodo storico. Ecco perché comportamenti che puntano a difendere i più deboli sono sempre necessari e, anzi, non dovrebbero essere mai messi in discussione. Certo, sappiamo che gli effetti non sono sempre stati quelli attesi, ma questa pandemia è stato un qualcosa di estremamente difficile da combattere. Tutti gli Stati del mondo hanno avuto le loro difficoltà.

Dicevamo che siamo stati chiamati a una nuova Resistenza: adesso non è il momento di cedere e la fiducia non deve venire meno. Abbiamo di fronte a noi, dopo mesi di buio, opportunità straordinarie per la ripresa, che puntano tutte in primis alla salute della popolazione, ma anche al rilancio dell’economia, della libertà, della cultura, del turismo, del benessere. È come se un nuovo ‘miracolo economico italiano’ fosse pronto a farci riscattare, a dare slancio all’imprenditoria, alla creatività, agli investimenti.
 

Questo 25 aprile è diverso da quello dello scorso anno, perché siamo in una situazione globale diversa e dove la concretezza può lasciare il posto alla preoccupazione: a tutti i livelli, da quello delle Istituzioni nazionali a quello delle amministrazioni locale, dalle forze politiche alle organizzazioni sindacali, dalle associazioni di categoria alle associazioni culturali, ai singoli individui, siamo chiamati a impegnarci perché il rilancio sia concreto e dia la possibilità di attuare progetti rimasti per troppo tempo nel cassetto, come la tanto agognata modernizzazione del Paese.
 

Desidero dunque augurarvi ‘Buona Liberazione!’ con l’arcobaleno nel cuore: liberi dal Covid, liberi dalle limitazioni personali, liberi di lavorare secondo le nostre aspettative, ma anche liberi di pensare a chi è accanto a noi e che non dubita che la nostra libertà possa limitare la sua, in un reciproco rispetto che trova fondamento nella nostra Costituzione e che in passato ha dato la propria vita per donarci un Paese democratico. Ricordiamoci sempre che dalla dura prova del Covid possiamo trarre qualcosa di buono e di importante, come la Storia insegna.

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