Città di Castello, la questione del tempo modulare nelle scuole primarie arriva in Consiglio regionale
Interrogazione di Mancini, Puletti, Pastorelli (Lega), Bettarelli (Pd), Fora (Patto civico), Squarta (FdI)
Il tema della tutela del servizio del tempo scuola modulare nelle scuole primarie di Città di Castello arriva in consiglio regionale e lo fa con un atto firmato dai consiglieri, Valerio Mancini (primo firmatario-Lega), Michele Bettarelli (Pd), Manuela Puletti e Stefano Pastorelli (Lega), Andrea Fora (Patto civico), Marco Squarta (FdI), chiedendo all'assessore Paola Agabiti se intende rappresentare all’Ufficio Scolastico Regionale (USR) le esigenze delle famiglie del territorio.
Illustrando l’atto in Aula, Mancini ha ricordato “la tutela costituzionale del diritto allo studio e che l’organizzazione della scuola è strutturata in organi collegiali che prevedono la partecipazione e la collaborazione della famiglia nel progetto educativo”.
Dopo aver sottolineato la strutturazione del Piano triennale dell’offerta formativa ed il ruolo del Dirigente scolastico, chiamato ad attivare i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociali ed economiche cooperanti sul territorio; ma anche che le progettualità espresse si caratterizzano per la flessibilità didattica e organizzativa al fine di adattare l’offerta ai bisogni degli studenti, Mancini ha rimarcato come “il Patto Educativo di Corresponsabilità istituisca diritti e doveri nelle relazioni bilaterali tra scuola e famiglia. Annualmente ogni istituzione scolastica deve predisporre e condividere con i genitori ed alunni questo documento. Le innovazioni introdotte, nel tempo, nella scuola hanno fatto progressivamente evolvere il rapporto scuola famiglia nella direzione di una relazione via via sempre più
interattiva. A Città di Castello sono presenti scuole primarie pubbliche e paritarie che rispondono alla richiesta di servizio espressa dal territorio. Il tempo modulare antimeridiano nei due circoli didattici di Città di Castello è presente da più di quarant’anni e ora è presente nei plessi di Rignaldello e La Tina. Con la presentazione dell’offerta formativa, le suddette scuole avevano avanzato alle famiglie, successivamente iscritte, una proposta educativa che garantiva un tempo scuola antimeridiano distribuito in sei giorni. Nel plesso di La Tina era stata inoltre garantita la possibilità di usufruire di mense facoltative tutti i giorni, eccetto il sabato, fino alle 14.10 e due pomeriggi facoltativi con attività extrascolastiche (il martedì in collaborazione con la scuola di musica comunale). Lo scorso 16 gennaio il Consiglio comunale di Città di Castello ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno che impegnava la Giunta comunale ad esprimersi a favore delle necessità manifestate dalle famiglie, le quali si vedono private di un servizio scolastico pattuito preventivamente all’iscrizione e che potrebbe comportare notevoli difficoltà organizzative al loro interno. Nello specifico, veniva impegnata l’Amministrazione comunale ad intraprendere tutte le azioni e interventi possibili atti al sostegno del ‘diritto allo studio’ e al mantenimento del diritto della famiglia di indirizzare i propri figli negli istituti scolastici più in linea con il loro progetto educativo e a promuovere un confronto con la Regione e l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) per rappresentare le reali esigenze del territorio e delle sue componenti sociali. Senza tenere conto della programmazione concordata, la scuola, su proposta del Dirigente scolastico, ha avanzato un nuovo piano modulare modificando l’offerta formativa rispetto al tempo scuola, prevedendo per i plessi di La Tina - sezione A - e Rignaldello, una rimodulazione non solo dell’ orario scolastico quotidiano suddiviso in 5 giorni anziché 6, ma anche la chiusura del sabato (con due rientri e un orario antimeridiano dalle 8 alle 13 e prevedendo la possibilità del servizio mensa solo in concomitanza con i due rientri pomeridiani settimanali). Tale proposta ha stravolto il piano dell’offerta formativa per la quale i genitori degli alunni avevano scelto la suddetta scuola e proprio per esprimere tale dissenso quasi il settanta percento dei genitori ha scritto e presentato una lettera al Dirigente con allegate tutte le firme per comunicare la loro netta e decisa contrarietà”.
Nella replica, Mancini si è detto “soddisfatto dell’impegno della Giunta a favore delle famiglie. Auspico che coloro deputati al cambiamento possano intendere la necessità di dare seguito a quanto sottolineato nell’interrogazione. Se questo non bastasse ci faremo portavoce della questione portandola anche all’attenzione del parlamento e del Ministro all’Istruzione”