Città di Castello, termina in duomo il pellegrinaggio da Gubbio: monsignor Paolucci Bedini prende possesso della diocesi
Il saluto dell'amministratore apostolico monsignor Domenico Cancian e dei sindaci dell'Alto Tevere e dell'Eugubino
Si è concluso il pellegrinaggio di monsignor Luciano Paolucci Bedini, da Gubbio a Città di Castello, per prendere possesso della diocesi, riunita nella sua persona con quella eugubina. Ad attenderlo in cattedrale il suo predecessore monsignor Domenico Cancian che lo ha salutato nel segno di un "abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore".
"Il pellegrinaggio che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese - ha detto monsignor Cancian - A tuo incoraggiamento posso testimoniare che in questa Chiesa abbiamo cercato sacerdoti, diaconi, religiosi/e, laici, di mettere in atto molteplici iniziative pastorali che ci hanno fatto crescere. E ciò con il coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni comunali che ringrazio. Con i sindaci vi è stata proficua collaborazione in ordine al bene comune, specie nelle emergenze".
“A nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci qui convenuti della diocesi: Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone, formulo a Lei il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di papa Francesco - ha esordito Luca Secondi, sindaco di Città di Castello - Il dono del Suo arrivo è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale, nella quale da sempre la materialità del vivere quotidiano si è intrecciata fortemente con la vita religiosa e spirituale, dando vita a un territorio molto coeso e capace di produrre integrazione e di generare dialogo, com'è già accaduto con il suo predecessore monsignor Domenico Cancian al quale rivolgo un nuovo, deferente saluto".
Il sindaco ha auspicato "un contatto franco e produttivo tra i Comuni e il Vescovado perché le premesse della maturità e istituzionale e spirituale di questa terra mi consentono di coltivare tale speranza e di riporla con particolare fiducia nella Sua persona. Da oggi, anche grazie alla Sua presenza fra di noi, gli stessi rapporti istituzionali già ottimi con il Comune di Gubbio, oggi rappresentato dal sindaco Filippo Maria Stirati e gli altri comuni dell’Alto Chiascio, avranno un nuovo impulso e daranno vita ad ancora più proficui risultati in molti campi della vita sociale dei nostri territori. Ben arrivata, Eccellenza, nella terra di santa Margherita, santa Veronica, dei santi patroni, Florido e Amanzio, in questo lembo operoso di Umbria che ha visto all'opera geni dell'arte di ieri, come Raffaello, e di oggi, come il concittadino Alberto Burri. La nostra civiltà, la nostra fede, la nostra cultura sono un bene indiviso che, insieme, contribuiremo ad arricchire giorno per giorno".
"Il mio primo pensiero è di ringraziamento per l’accoglienza attenta e cordiale che mi è stata riservata e per la quale già mi sento parte di questa comunità tifernate - ha detto il nuovo presule - Questo meraviglioso territorio, che ho potuto assaporare passo passo nei giorni del mio pellegrinaggio, scenario di una storia ricca e virtuosa, ha visto crescere la vicenda ecclesiale in stretta connessione con quella civile, maturandone la coscienza di una feconda sinergia a favore di questo popolo e di queste comunità".
Monsignor Paolucci Bedini ha assicurato presenza e disponibilità "per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà di non lasciare nessuno da solo o indietro. La Chiesa è serva di ogni donna e di ogni uomo che incontra e non teme di chinarsi sulle ferite che la storia infligge all’umanità. Non mancherà dunque, da parte mia e dell’intera comunità diocesana, la benedizione e il sostegno per coloro che, nel rispetto delle regole democratiche, svolgono un prezioso ed indispensabile servizio a beneficio del bene comune e nella responsabilità della cosa pubblica".