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Venerdì, 19 Aprile 2024
Alto Tevere Today Città di Castello

Maxi truffa internazionale, assolta imprenditrice altotiberina di 48 anni

La donna era accusata, insieme ad altre 13 persone, di riciclaggio internazionale

Era accusata di riciclaggio internazionale e associazione a delinquere, ma dopo diversi processi a Milano è stata assolta. Si conclude nel migliore dei modi una brutta avventura per una altotiberina di 48 anni che opera nel mondo del luxury, e che ha visto coinvolte altre 13 persone (tra italiani e stranieri) in un caso internazionale.

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Secondo l'accuse poi cadute, la donna avrebbe preso parte a un truffa in cui venivano vendute delle obbligazioni di una società che realizzava ville in villaggi in Nicaragua e alle Maldive.

In pratica tramite queste obbligazioni l'acquirente diventata automaticamente proprietario di un immobile in una zona molto prestigiosa del paese straniero: il tutto incastonato in un suggestivo angolo tropicale. Questo era prospettato dal volantino che alcuni membri della presunta associazione facevano vedere ad ignari (e multi miliardari) acquirenti.

A cadere nella trappola non solo diplomatici, ma anche membri della famiglia reale del Dubai: in particolare uno di loro era molto interessato sia a questa attività immobiliare, ma anche ad alcuni servizi finanziari che i vertici dell'organizzazione erano in grado di effettuare.

In poco tempo, fra il 2018 e il 2020, insomma, il gruppo era riuscito a creare un vasto giro di investimenti: secondo le indagini si parla di decine e decine di milioni di euro. L'altotiberina, poi sciolta dalle accuse, ad esempio aveva trattato delle compravendite per una cifra fra gli 8 ed i 10 milioni di euro.

Invece era tutto finto: i soldi servivano per coprire altri interessi, mentre le obbligazioni erano carta straccia perchè realizzate con un volgare computer e sopratutto le società erano fantasma. Ovviamente quando alcuni acquirenti si sono accorti di questo raggiro, sono scattate le segnalazioni alle forze dell'ordine, le indagini articolate, le accuse e da li il processo. Un iter giudiziario lungo e complesso, che si è tenuto sempre nel tribunale di Milano, nella prima sezione penale. Alla fine il legale della donna, l'avvocato Marcello Pecorari, ha chiesto l'assoluzione, mentre il pm Bruna Albertini, la condanna. Alla fine il collegio, composto dai giudici Laura Cairati, Cristian Mariani e Francesca Lisciandra, ha assolto con formula piena la donna. In pratica, secondo quanto ha dimostrato l'avvocato Pecorari, la quarantottenne era completamente estranea a questo tipo di attività.

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