Lascito Mariani per la sanità, spuntano altre persone coinvolte nell'inchiesta della Corte dei Conti: quantificato il danno in 3 milioni e 800 mila euro.
Ora si muove anche la procura di Perugia che ha aperto un fascicolo, ma non ci sono iscritti
Anche la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo sulla intricata vicenda del lascito Mariani. Pare che, al momento, i magistrati non abbiano iscritto nessuno e sia ancora contro ignoti.Gli atti sono stati inoltrati dalla Procura regionale della Corte dei conti che, nei giorni scorsi, ha citato in giudizio la presidente della Regione Donatella Tesei, l'assessore Luca Coletto e l'ex sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta contestando una presunta violazione del vincolo di destinazione dell'eredità di Olga e Clara Mariani che anziché essere utilizzata per migliorare l'ospedale tifernate sarebbe finita nelle casse dell'Usl 1.
In totale sono 14 le persone coinvolte nell'inchiesta. Oltre a Bacchetta, Tesei e Coletti ci sono tutti gli altri membri della giunta regionale, l’ex direttore dell’Usl Umbria 1 Gilberto Gentili, l’ex direttore della sanità regionale Claudio Dario, Mauro Pianesi, Angelo Cerquiglini, Graziano Antonielli, Evelina Autiello e Maria Balsamo. La Procura in particolare chiede la condanna al risarcimento a titolo doloso per Tesei, Coletto, Bacchetta ed Evelina.
I magistrati contabili hanno quantificato il danno in 3 milioni e 800 mila euro. Nel procedimento contabile sono coinvolti "a titolo colposo" - sempre in base alle notizie - anche altri assessori regionali insieme a dirigenti. Secondo alcuni fonti si tratterebbe comunque di soldi non ancora spesi, ma presenti nelle casse dell'Usl Umbria 1 che si occupa tra l'altro dell'ospedale di Città di Castello.
"Le somme derivanti dal lascito Mariani sono all'Asl 1 e non sono state assolutamente utilizzate. Sono quindi in quella disponibilità": a dirlo è stata la presidente della Regione Donatella Tesei a margine dell'Assemblea legislativa. "Il lascito Mariani - ha ricordato Tesei - prevedeva che queste somme fossero destinate ad alleviare le sofferenze della popolazione tifernate, quindi quella è la destinazione". La presidente ha poi sottolineato che "non c'è comunque un pronunciamento della Corte dei conti". "C'è una citazione in giudizio - ha aggiunto - e ci difenderemo in quella sede come è giusto che sia".