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Sulle “punte” della pace. Castello Danza apre le porte alla solidarietà.

La presidente. ''Pronti a garantire percorsi formativi ai bambini e bambine e ai giovani ucraini''.

Sulle “punte” della pace. Tutte le scuole appartenenti al Consorzio Castello Danza, (Academy Ballet,  Diamante Danza, Duse Art, Scuola Danza Lama, Studio Danza Giubilei, Zona 10 Danza) si rendono disponibili ad accogliere nelle proprie strutture, a titolo completamente gratuito, tutti i bambini/ragazzi delle famiglie di profughi ucraini, temporaneamente presenti sul territorio, che manifesteranno volontà di intraprendere un percorso di formazione coreutica.

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La decisione presa con parere unanime, nasce dal desiderio di regalare a questi bambini ed alle loro famiglie, un percorso di integrazione e di parziale ritorno alla normalità, mai come in questo momento necessario per riconsolidare certezze e formare nuove identità socio relazionali. Il linguaggio della danza, del movimento, un linguaggio universale, ispirato ai sani principi del rispetto collettivo e della disciplina, non può che essere il giusto strumento di accoglienza.

“Il Consorzio – ha dichiarato la presidente, Cristina Goracci - si farà carico di garantire un adeguato percorso formativo, fornendo tutto ciò che sarà necessario ai nuovi allievi, (tesseramento, divise, accesso alle diverse opportunità didattiche ed anche a quelle integrative) il tutto ovviamente previa valutazione dei requisiti sanitari necessari all’accesso alle medesime strutture”. 

“Come lo sport, la danza, l’arte, la cultura attraverso le diverse espressioni rappresenta uno straordinario veicolo di solidarietà e pace. Davvero meritoria e degna di grande apprezzamento questa spontanea iniziativa dell’associazione “Castello Danza” che apre le porte ai bambini e le bambine ucraine presenti nella nostra città che potranno assieme agli altri bambini, stare insieme prima di tutto e condividere la passione per la danza”, hanno dichiarato l’assessore alle politiche culturali, Michela Botteghi e l'assessore alle politiche sociali, Benedetta Calagreti.

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