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Città di Castello, canile di Lerchi: Stop Animal Crimes Italia chiede l'intervento del Comune

''Molte le criticità segnalate e per cui si richiede alle autorità intervento urgente''

''Stop Animal Crimes Italia chiede l’intervento del Comune di Città di Castello per la grave situazione accertata presso il canile di Lerchi gestito da Enpa''.

Inizia così una lunga lettera dell'associazione realizzata nei giorni scorsi, in cui vengono messi in evidenza alcune difficoltà della struttura situata nella frazione tifernate.

''In seguito ad alcune segnalazioni, alcuni esperti del Movimento nazionale di denuncia hanno fatto ingresso informale all’interno del canile di Lerchi e hanno riscontrato una realtà molto preoccupante – hanno scritto - non solo da un punto di vista strutturale, laddove le recinzioni dei box e gran parte della proprietà erano rinforzate con pedane di legno spesso marcescenti, in quanto deboli o fatiscenti per molti tratti le recinzioni dei box, alcune pedane erano addirittura all’interno di alcuni box. Nessun cane era libero di sgambare ma tutti chiusi nei box e ciò poichè il canile da tempo pare essere sprovvisto di volontari ma tutto nelle mani di chi si adopera da moltissimi anni, una signora di una certa età che da sola dovrebbe garantire lo sgambamento degli animali, la loro socializzazione e lo sgambamento, poichè gli operai sono presenti solo il mattino per le operazioni di pulizia''.

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I membri dell'associazione parlano di '' 230 cani quindi senza alcun tipo di promozione per le adozioni, reclusi nei box sembrerebbe costantemente per mancanza di personale volontario e dove le terapie veterinarie ignoriamo se adeguatamente garantite. Recentemente però pare che la sola persona che si prende cura dei cani non possa più entrare per divieto dell’Enpa stessa e che addirittura sia stato affisso arbitrariamente proprio in questi giorni un cartello fuori dal canile in cui a pennarello è comunicata la momentanea chiusura della struttura, ignoriamo se concordata e autorizzata dal Comune''.

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''Secondo dichiarazioni della signora Rita, la sola persona che da mesi si occupa dei cani – hanno spiegato ancora i vertici di Stop Animal Crimes Italia - pare che i beverini all’interno dei box molti non funzionerebbero e che proprio in questi giorni sembra che qualcuno li stia rimettendo in funzione. Una struttura non piccola quella di Lerchi che però annovera una parte nel retro rispetto l’ingresso dove i cani, come tutti gli altri, resterebbero sempre chiusi nei box, molti dei quali coperti da una rete ombreggiante; realtà anomale poichè trattasi dell’Enpa e di Paola Tintori - tesoriere nazionale dell’Enpa e responsabile del canile comunale di Perugia - che gestisce la struttura da moltissimi anni e ci si chiede le ragioni per cui all’interno del canile sia difficile entrare, sia difficile fare adottare i cani, non ci siano volontari per fare socializzare i numerosi cani, le strutture siano fatiscenti così come cumuli di coperte buttate al suolo, centinaia le pedane a mo di recinzione dei box e cumuli di centinaia di pedane accatastate nel prato un prato libero ampissimo abbandonato e, come detto, occupato in parte da materiali vari tra cui una roulotte che potrebbe essere messo a disposizione dello sgambamento dei 230 cani. Alcuni cani sono chiusi in un capannone antistante l’ingresso, un cartello indicante gli orari non corrispondente alla reale disponibilità e per nulla leggibile ai visitatori, la presenza di gatti all’interno dei corridoi del canile e tante altre anomalie per cui abbiamo chiesto l’intervento immediato del Comune, soprattutto rivolto al consentire da subito l’ingresso ai volontari senza ostacoli e all’esercizio fisico degli animali utilizzando le aree di sgambamento'' .


 

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