rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Alto Tevere Today Umbertide

Umbertide, le ''voci'' del terremoto

Parlano i residenti, fra sfollati, chi ha subito danni e chi spera di tornare a casa

Parole e lacrime, ansia e angoscia. Fotogrammi di un evento che da tre giorni sta paralizzando il comune di Umbertide.

Fin dalle prime ore del sisma, paura e preoccupazione sono le parole più utilizzate da chi ha vissuto il dramma.

Persone che sono state costrette a lasciare le proprie case per via del terremoto, in fretta, durante la notte, con l'aiuto dei vigili del fuoco e dei carabinieri.

Come i residenti degli stabili di via Palmiro Togliatti di Pierantonio, che la sera delle scosse erano ancora sotto casa, vicini alle loro auto, l'unica cosa che gli era rimasta a portata di mano. Tutto il resto, vestiti,, scarpe e oggetti che utilizzano quotidianamente erano lassù, in quell'appartamento dove non si poteva andare. Una vita dietro una porta.

Silenzio e angoscia. Occhi ormai rossi e senza più lacrime.

''Ho avuto tanta paura'' sussurra una anziana, come a voler scacciare quello stato d'animo.

''Siamo usciti di casa dopo la seconda scossa, quella delle 8 – racconta – poi quando sono arrivati i vigili del fuoco, ci hanno detto che, al momento, non possiamo ritornare: la casa è lesionata'',

La signora parla di ''crepe nelle pareti'' e di avere visto ''cadere tutto''. ''Si dorme dove possiamo – ha aggiunto – la prima notte l'abbiamo trascorsa in auto''.

''E chi non ha avuto paura'' gli fa eco un anziano, anche lui sfollato e uscito di corsa dalla casa in via Togliatti.

''L'appartamento era lesionato – ha detto – con evidenti crepe nel muro'', mentre racconta ancora il timore e la preoccupazione di quei momenti, quando tutto si muove e non sai dove andare. A Pierantonio – la zona più colpita - molti quelli cui l'evento tellurico ha lesionato i sacrifici di una vita, molti quelli che hanno preferito dormire “con un occhio solo”, ma in sicurezza.

Nella piazza di Pierantonio c'è Adriano Pettinari, un ingegnere che ci ha rimesso la macchina: ''Un comignolo, cadendo, ha sfondato il parabrezza ed abbozzato la fiancata, quattromila euro di danni, babbo è fuori casa, io sto a Firenze ma non posso ripartire fino a quando non mi riparano l'auto, forse martedì''.

Subito in palestra, dove è stato allestito un punto notte e dove c'è anche Annalisa Mierla, vicesindaco di Umbertide, la cui famiglia vive proprio a Pierantonio.

''Fin dai primi momenti – dice- abbiamo cercato di capire le criticità sociali e socio-sanitarie, indirizzando le persone nei luoghi previsti dal Piano di protezione civile».

Dopo la prima notte in palestra, tutti in fila in Comune per avere una prima visita per l verifica dell'immobile.

''Il novanta per cento della gente in fila viene da Pierantonio – dice Katia Rometti, titolare del bar nella piazza della frazione - Il locale è inagibile, la casa ha crepe molto importanti ed il comignolo che sta cadendo: una situazione molto complicata per me che ho ristrutturato l'attività facendo debiti». In fila anche Susanna Polidori che gestisce una struttura ricettiva sulle colline di Pierantonio «E' andata decisamente male, suppellettili rotte, bottiglie spaccate, ma devono valutare i tecnici». Si complica tutto nel momento sbagliato. «Caleranno le prenotazioni, credo che a Pasqua resteremo senza, ricordo il terremoto del 2016, l'agriturismo era pieno, si vuotò in cinque minuti».

Vicino a lei anche Giampaolo Caldari, che abita a Colle del Sole. «E' stata brutta, la seconda scossa veramente forte. Conseguenze? Soprattutto al piano superiore: mura con crepe, fessurazioni longitudinali, diversi danni».

A Pierantonio c'è, invece, Hamid El Alami che è insieme ad altre persone lungo via Leonardo da Vinci, in attesa delle verifiche.

''Ho avuto molti danni, mattoni e roba per terra – ha detto – e' stata una cosa molto strana. Abbiamo dormito in auto in un campo dietro la palazzina, perchè non puoi entrare in casa''. Lo straniero si rammarica per ''tutti gli abitanti di Pierantonio e per chi ha anziani e bambini''.

Sempre lungo la strada principale c'è anche Giovanna Sivo, anche lei in attesa delle verifiche statiche.

''Dopo la prima scossa abbiamo riscontrato lievi danni, poi dopo la seconda, specialmente nella tromba delle scale, abbiamo notato gravi crepe, e siamo usciti immediatamente. Al momento stiano attendendo le ulteriori verifiche'', raccontando di aver ''dormito in casa del mio compagno'' mentre le altre persone che vivevano nel palazzo hanno soggiornato in '' luoghi di fortuna''.

Don Renzo Piccioni Pignani, parroco dell'Abbazia di Montecorona, dopo aver detto che la struttura '' non ha avuto gravi danni, ma si deve verificare meglio: al momento non è crollato nulla: è da mille anni in piedi'', ha parlato di '' tanta preoccupazione fra i fedeli'' e ha constatato tanta '' gente che era fuori: in queste situazioni non si sta in casa''.

Si passa a sabato, un giorno in cui in piazza si trova gente a parlare e chiacchierare. Invece questa volta no. Per tanti è un giorno di lacrime e paura, di lavoro e speranze.

La stazione di Pierantonio viene chiusa, come la strada dove è il campanile e le due scuole.

Nel centro si incontra chi è costretto ad abbandonare la propria abitazione come Martina Migliore che di professione è psicoterapeuta: ''In casa è un disastro, ci sono crepe ovunque. I vigili del fuoco dicono che probabilmente con un intervento di consolidamento la casa si salverà. Al momento sono fuori dello stabile dove vivo e lavoro. Ho trovato ospitalità dal mio ex marito a Umbertide. Per il lavoro al momento eserciterò la mia professione su internet''.

Poco più in là c'è Maria Rita Montacci sta ripulendo il suo negozio di frutta e verdura. 'Tutto caduto, tutto rotto e dire che dopo la prima scossa avevo cominciato a pulire.

Infine un pensiero ai piccoli ospiti che con le loro famiglie hanno trovato rifugio nella palestra di Pierantonio. Per loro la cooperativa Asad e il centro di aggregazione Lucignolo stanno organizzando un servizio di animazione per provare a rendere questa situazione meno triste e pesante. Intanto i bambini giocano a calcio nel grande piazzale davanti la struttura e cercano di passare il tempo rimanendo tutti insieme.

''Stiamo organizzando piccoli momenti ricreativi per ritrovare spirito di aggregazione, ci sono una quindicina di bambini che divideremo in due gruppi ed insieme cercheremo di capire le necessità'', spiega Monica Nanni, responsabile di zona della Cooperativa Asad.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Umbertide, le ''voci'' del terremoto

PerugiaToday è in caricamento