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A Fratta Todina i ragazzi con disabilità nel musical sulla vita di madre speranza

Oggi al Centro Speranza di Fratta Todina i protagonisti sono i ragazzi con disabilità che frequentano la struttura socio sanitaria voluta da Madre Speranza e gestita dalle suore Ancelle dell'Amore Misericordioso, l'appuntamento è alle ore 17.00.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

"Madre Speranza: una vita per la Misericordia" è lo spettacolo musicale in programma oggi, venerdì 19 alle ore 17.00 al Centro Speranza di Fratta Todina (Pg). Sul palco, accompagnati da educatori, terapisti e volontari, i ragazzi ricostruiscono le tappe salienti della vita di Madre Speranza, dall'incontro con la Santa Teresina del Bambino Gesù che le affidò la missione di far conoscere al mondo l'Amore Misericordioso, alla scena simbolicamente più importante dell'acqua che rappresenta lo Spirito di Dio.

La rappresentazione è arricchita da briosi contributi esterni che portano in scena il folclore delle due nazioni che contraddistinsero la vita di Madre Speranza. Raquel Martinez, ballerina di flamenco nativa della Spagna che ha portato con grande passione questa arte nel mondo, si esibirà con le sue allieve per rappresentare l'origine iberica della Beata; per l'Italia, Paese scelto da Madre Speranza come luogo prediletto dal quale guidare la sua Missione, ci sarà una banda di Pulcinella che coinvolge circa trenta performer tra attori e musicisti, uno spettacolo a cura del Teatro Laboratorio Isola di Confine di Marsciano diretto da Valerio Apice, insieme alla Junior Band di Spina diretta da Fabio Lombrici; la stessa performance è stata prodotta in occasione del festival internazionale Holstebro Festuge diretto dall'Odin Teatret.

La peculiarità dello spettacolo è data dal concreto contributo creativo dei ragazzi disabili, i quali, oltre a farsi interpreti, hanno collaborato alla stesura della sceneggiatura durante le ore del laboratorio di arti figurative e teatrali. Il teatro, nell'approccio metodologico adottato dagli educatori e dai terapisti del Centro Speranza, ha come finalità quella di far emergere la soggettività dei ragazzi disabili, ai quali viene data la libertà di esprimersi.

Spiega Giuseppe Antonucci, educatore e responsabile delle risorse umane al Centro Speranza «non ci sono sovrastrutture o ruoli da interpretare, i ragazzi con disabilità hanno l'opportunità di esprimere la loro individualità, vivere a pieno le emozioni, sperimentare le loro capacità e potenzialità, fondamentale per la crescita della loro autostima. Troppo spesso le persone con disabilità vengono considerate puzzle con pezzi mancanti, bisogna invece concentrarsi sull'unicità di questi ragazzi per poterne valorizzare appieno le potenzialità e i talenti. Per i nostri ragazzi - sottolinea Antonucci - non è importante solo il momento dello spettacolo, ma anche la preparazione che lo precede. Partecipare alle prove, spostarsi in auto per raggiungere i vari luoghi delle rappresentazioni, interagire con il pubblico e con gli altri ballerini sul palco, è per loro fonte di benessere e occasione di sperimentare un intenso vissuto sociale».

Prima dell'esibizione, un video condurrà il pubblico in un'esperienza emozionale alla riscoperta dei cinque sensi. Infatti, per non escludere dallo spettacolo i bambini e i ragazzi che hanno delle disabilità più gravi e che, quindi, sono impossibilitati a esprimersi sul palco insieme ai compagni, questi sono stati coinvolti nella realizzazione di un video documentario del progetto esperienziale. Spiega Emanuela Dentini, musicoterapista del Centro Speranza e regista del progetto «Il video "Viaggio attraverso i cinque sensi" nasce dal desiderio di "giocare" insieme al pubblico, così, i bambini e i ragazzi del Centro Speranza (protagonisti assoluti), insieme ai loro operatori ci vengono in aiuto mettendosi in gioco "semplicemente" con il loro esistere, con la loro creatività e il loro desiderio di relazione. Il principio cardine di questo lavoro, visto in un'ottica fenomenologica, indica che "la mia esperienza non potrà mai essere uguale alla tua esperienza, ma io, attraverso la mia esperienza, posso accompagnarti a vivere la tua"».

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